Un calciatore professionista con una sensibilità ambientale? È il caso di William Troost-Ekong, 30 anni, giocatore passato dal Watford in prestito alla Salernitana (ma ora fermo ai box per un infortunio). Nato in Nigeria e cresciuto nei Paesi Bassi, Paese di origine della madre, Troost-Ekong ha giocato in sei diversi campionati europei e ha collezionato 63 presenze in nazionale. Trascorrendo la maggior parte delle vacanze della sua infanzia in Nigeria, dove vive suo padre, ha visto da vicino le conseguenze dell’inquinamento con i suoi effetti sul riscaldamento globale.
Per questo motivo ha voluto compensare le emissioni di CO2 dovute al suo trasferimento dall’Inghilterra all’Italia iniziando a collaborare con Alberami, il progetto che aiuta gli olivicoltori dell’Italia meridionale a ripiantare oliveti e ad adottare pratiche agricole più sostenibili.
Il calciatore è convinto che all’interno della più grande comunità del pianeta – circa 5 miliardi di persone tifano per una squadra di calcio – esista la disponibilità di contribuire a fare la propria parte per salvaguardare l’ambiente. E spera che il suo gesto, aver compensato le emissioni di carbonio piantando ulivi, inneschi un circolo virtuoso tra club, tifosi, aziende pronti a mobilitarsi.
“Quando ho annunciato di voler rendere le mie trasferte carbon neutral – racconta il calciatore in un’intervista a Repubblica – ho ricevuto messaggi da molti giocatori sui social che mi chiedevano i dettagli: come l’ho risolto, cosa comportava compensare l’impronta. È stato bello vedere l’entusiasmo da parte di persone che non hanno mai veramente pensato a queste cose prima. Spero che metta in moto un effetto domino. Sono sicuro che ci sono calciatori che pronti ad impegnarsi seriamente sul tema del cambiamento climatico”.
Il maggior impatto ambientale, ha spiegato Troost-Ekong, è dato dagli spostamenti settimanali delle squadre e dei tifosi che utilizzano il trasporto pubblico o le proprie auto. Per compensare le emissioni dovute ai viaggi aerei, in treno, in pullman, in auto, Troost-Ekong suggerisce da un lato un prelievo in base al quale i club dei primi cinque principali campionati europei dovrebbero accettare di compensare la loro impronta di carbonio per i trasferimenti internazionali e dall’altro ripensare la programmazione dei viaggi aerei per spostarsi all’interno della stessa nazione. Opzione più semplice, ma con più impatto.
“Dovremmo tutti cercare di lasciare il pianeta in un posto migliore di quello che abbiamo trovato per i nostri figli e anche per i loro figli. E in questo momento non lo stiamo facendo. Non si tratta di essere un calciatore; si tratta di essere una persona responsabile. Tutto questo inizia con noi, con piccoli cambiamenti, ma educa te stesso. Vivi una vita più sostenibile: spegni le luci, prendi i mezzi pubblici, cammina quando puoi”.
Alberami è la piattaforma per compensare volontariamente le emissioni climalteranti. Aziende e privati, tramite Alberami, diventano CO2 neutrali e al contempo interagiscono attivamente con l’economia rurale. Alberami finanzia direttamente i progetti agricoli sul territorio attraverso piantumazioni e adozioni di alberi, garantendo un sostegno finanziario supplementare agli agricoltori. La filosofia è quella di permettere a migliaia di agricoltori di far fronte ai costi per la corretta gestione dei loro appezzamenti. Seguendo le buone pratiche agricole, aumentano la capacità di cattura della CO2 e il suo stoccaggio permanente.
Un ulteriore passo, da suggerire alle squadre di calcio, è sostenere la trasformazione dei campi agricoli intensivi, ad alto impatto ambientale, in campi biologici: una trasformazione che darebbe la massima resa in termini di tutela del cibo di qualità, della biodiversità, del clima.