La carne di laboratorio è meno sostenibile di quanto possa sembrare. Se una bistecca di manzo richiede fino a 20 volte più terra e quattro volte più acqua rispetto quella necessaria per produrre una porzione equivalente di carne creata in laboratorio, anche quest’ultima ha pesanti impatti ambientali. In particolare la produzione di carne artificiale potrebbe generare criticità nelle filiere di cacao e cocco.
A dirlo è un’inchiesta di Vox Media (una digital media company americana) che ha analizzato gli impatti ambientali che un aumento della domanda di carne in provetta potrebbe avere sull’approvvigionamento di cacao e cocco. Olio di cocco e burro di cacao sono infatti due ingredienti fondamentali nella produzione di carne sintetica in quanto, come i grassi contenuti nella “vera” bistecca, rimangono solidi a temperatura ambiente e hanno un elevato punto di fusione. Il che consente di cuocere la carne sintetica in modo simile a quella di origine animale.
Già oggi un hamburger sintetico contiene fino al 20% di olio di cocco e di burro di cacao. Secondo alcune stime, considerando il tasso di crescita del mercato plant based, da qui al 2030 la produzione di carne artificiale rappresenterà il 19% della domanda globale di cocco e cacao. Un incremento che potrebbe avere difficoltà a essere soddisfatto considerato che già oggi la produzione di cacao e cocco è seriamente minacciata dai cambiamenti climatici e dalla crescita dei parassiti. Con il rischio che per soddisfare questi numeri la coltivazione di cacao e cocco vada a occupare nuove regioni, aumentando così il tasso di deforestazione e sottoponendo nuove aree del Pianeta a forti impatti ambientali.