Glifosato, riparte la battaglia

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Per l’Efsa non presenta “alcuna preoccupazione critica”. Pesticide Action Network Europe: “una valutazione scandalosa”

Il glifosato rischia di rimanere ancora a lungo sulle tavole europee. Oggi l’Agenzia per la sicurezza alimentare dell’Ue (Efsa), nella sua revisione della valutazione del rischio, ha stabilito che “la valutazione dell’impatto del glifosato sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente non ha evidenziato alcuna area di preoccupazione critica”. Certo – ha ammesso – restano alcune lacune nei dati (sulla valutazione della potenziale genotossicità del glifosato, del rischio alimentare per i consumatori e dei rischi per le piante acquatiche) che spetterà alla Commissione europea e agli Stati membri prendere in considerazione nella prossima fase del processo di rinnovo dell’approvazione.

Una decisione, quella dell’Efsa, che Pesticide Action Network Europe ha definito “scandalosa”. Per Pan Europe l’Efsa, analogamente all’Echa e alle agenzie nazionali, basa le proprie valutazioni prevalentemente su studi di settore, un sistema di autorizzazione dei pesticidi dell’Ue profondamente imperfetto perché “trascura una vasta gamma di studi scientifici indipendenti e sottoposti a revisione paritaria che collegano il glifosato a gravi problemi di salute e ambientali”. Infatti molti studi dimostrano che il glifosato è genotossico, neurotossico, danneggia il microbioma intestinale e provoca gravi danni al suolo, alla vita acquatica e alla biodiversità.

Per Angeliki Lysimachou, Head of Science and Policy presso Pan Europe, “lo scandalo del glifosato continua. La risposta positiva dell’Efsa di procedere nonostante le lacune nei dati e le carenze riconosciute nella valutazione del glifosato mina la fiducia del pubblico nelle istituzioni europee che hanno un ruolo nella salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente. Sebbene l’Efsa riconosca che i prodotti a base di glifosato possono danneggiare la biodiversità, essere neurotossici e influenzare il microbioma, si astiene dal fornire un parere negativo e sposta invece la responsabilità sugli Stati membri, che non esaminano mai la tossicità umana a lungo termine”.

“La valutazione del rischio e la revisione paritetica del glifosato sono frutto del lavoro svolto da decine di esperti scientifici dell’Efsa e degli Stati membri nell’ambito di un processo che si è protratto per tre anni. Processo che si basa sulla valutazione di molte migliaia di studi e articoli scientifici, oltre a incorporare i preziosi contributi forniti mediante la consultazione pubblica”, ha dichiarato invece Guilhem de Seze, responsabile del dipartimento Risk Assessment Production (formulazione delle valutazioni del rischio) dell’Efsa.

Dunque la battaglia si riaccende. Un’ampia coalizione di Ong e sindacati nella coalizione “Stop Glyphosate” invita la Commissione europea a proporre un divieto e gli Stati membri a sostenerlo. Il rinnovo dell’autorizzazione per 5 anni nel 2017 è stato già molto contestato. Per rilanciare il loro appello, la coalizione Stop Glyphosate lancia oggi un nuovo sito web, con una panoramica delle informazioni e delle procedure indipendenti scientifiche.

Pan Europe ritiene evidente che il sistema di autorizzazione dell’Ue non riesce ancora a proteggere la salute umana e l’ambiente, che dovrebbe essere l’obiettivo della legislazione europea sui pesticidi. Il parere dell’Efsa, inoltre, “rappresenta uno schiaffo in faccia a molti scienziati indipendenti”, che – dalla valutazione dell’Agenzia internazionale contro il cancro che nel 2015 ha dichiarato il glifosato probabilmente cancerogeno – hanno pubblicato molti studi scientifici mostrando la tossicità del glifosato, tuttora l’erbicida più usato al mondo, che rappresenta il 30% di tutto l’uso di erbicidi nell’Ue. “È anche uno schiaffo a tutti i cittadini, così come a quei responsabili politici che vedono la necessità di proteggere la biodiversità (e il futuro della produzione alimentare), la salute e la sicurezza dei lavoratori agricoli e ridurre l’uso complessivo di pesticidi e il glifosato in particolare”. Peraltro un prolungamento dell’autorizzazione al glifosato sarebbe in conflitto con l’obiettivo Ue di riduzione del 50% dei pesticidi e con la Strategia Farm to Fork.