Nature Restoration Law: l’agricoltura biologica fa scuola

Nature restoration law

Domani, 12 luglio, il Parlamento europeo esprimerà il voto sulla Nature Restoration Law

Una legge promossa dalla Commissione che propone di ripristinare il corretto funzionamento degli ecosistemi in almeno il 20% del territorio terrestre e marino dell’Unione europea, di rinaturalizzare una parte dei corsi fluviali e di introdurre elementi naturali negli agroecosistemi. Gli obiettivi includono anche un’agricoltura più sana e ricca di biodiversità, il miglioramento delle foreste e la creazione di spazi verdi nelle città.

In vista di questa decisione cruciale, oltre 150 associazioni italiane, tra cui WWF Italia, Isde, Legambiente, Lipu e Slow Food, hanno firmato un manifesto chiedendo ai membri del Parlamento di approvare la Nature Restoration Law. La legge, come scritto nel manifesto, “rappresenta la volontà concreta di cambiare finalmente passo e mettere la natura al centro delle vite delle persone, in un momento storico in cui la crisi ambientale globale chiede risposte serie e non più rimandabili”.

Secondo il manifesto, l’approvazione di questa legge avrebbe enormi benefici per la biodiversità, la crisi climatica e la qualità della vita dei cittadini. Ma sarebbe anche un importante passo avanti verso un cambiamento tangibile in cui la natura viene messa al centro dei valori comuni dell’Unione europea.

Oltre un milione di firme e il sostegno di 4.000 scienziati, decine di grandi imprese e centinaia di associazioni, dimostrano una mobilitazione senza precedenti da parte della società civile, che ha ben compreso l’importanza di occuparsi del territorio come bene pubblico imprescindibile, da tutelare e salvaguardare. Il voto decisivo del Parlamento europeo di questi giorni può rappresentare una svolta storica nell’opera di conservazione della biodiversità e nella transizione ecologica.

Anche IFOAM Organics Europe chiede ai membri del Parlamento europeo di approvare la legge, ricordando che il ripristino della natura non solo proteggerebbe la biodiversità, ma darebbe la possibilità agli agricoltori di lavorare su terreni più sani e più fertili grazie a una migliore qualità del suolo, molti più insetti impollinatori e vie d’acqua pulite.

Ecosistemi sani e resilienti, suoli vivi e fertili, acqua pulita e sufficiente sono le risorse naturali da cui gli agricoltori dipendono per produrre il nostro cibo. E gli agricoltori e allevatori bio dimostrano ogni giorno che la protezione della natura e l’agricoltura possono coesistere, aumentando la fertilità del suolo, preservando la biodiversità e immagazzinando carbonio. È quindi urgente – secondo IFOAM OE – affrontare in modo concreto i problemi legati alla diminuzione della biodiversità e il deterioramento del suolo per garantire la produzione alimentare. Respingere questa proposta di legge significherebbe ignorare la drastica diminuzione della biodiversità, il declino degli impollinatori e degli uccelli e il deterioramento della salute del suolo. La perdita di biodiversità e la crisi climatica rappresentano una minaccia per la sicurezza alimentare.