Mentre la UE non sembra avere le idee chiare sull’utilizzo del glifosato e rimanda ogni decisione sul suo rinnovo, nei tribunali si decide sui danni prodotti dall’erbicida più usato nel mondo, ingrediente attivo del Roundup.
Ultima in ordine di tempo la condanna milionaria inferta alla Bayer (il colosso chimico tedesco che ha acquisito la Monsanto, produttrice del Roundup) dal tribunale di Filadelfia. La giuria della città Usa ha infatti stabilito che la multinazionale deve risarcire con 175 milioni di dollari Ernest Caranci, ammalato di tumore. L’anziano ristoratore ha sempre sostenuto di essersi ammalato di linfoma non Hodking a causa della prolungata esposizione al glifosato avvenuta mentre si occupava del suo giardino.
La sentenza, come prevedibile, è stata accolta con disappunto dalla Bayer che ha dichiarato di ritenere il verdetto infondato e ha al tempo stesso annunciato di voler ricorrere in appello per ridurre l’entità di questo risarcimento eccessivo.
Il verdetto pronunciato a favore di Ernest Caranci è il primo di oltre 200 casi in attesa di processo solo nel tribunale di Filadelfia. Del resto dal 2018 – anno in cui Bayer ha acquisito il marchio Roundup da Monsanto – sono state numerosissime le cause intentate da persone che hanno dichiarato di essersi ammalate a causa dell’esposizione all’erbicida. Proprio per arginare queste migliaia di contenziosi, Bayer nel 2020 aveva stanziato 10,9 miliardi di dollari arrivando a chiudere quasi 100.000 azioni legali.
Una cifra enorme che non è stata sufficiente a chiudere la vicenda. Si stima infatti che nei tribunali statali e federali Usa siano ancora in attesa di essere dibattuti circa 40.000 casi legati al Roundup.