Marchio Made in Italy bio per indicare l’origine della materia prima e il ruolo degli agricoltori italiani, iniziative per il giusto prezzo e la valorizzazione dei distretti biologici, potenziamento delle organizzazioni delle imprese attraverso reti e associazioni di produttori, ma anche il sostegno alle mense biologiche e all’attività di Ricerca e Innovazione: sono queste le principali novità del Piano d’azione nazionale per il biologico appena approvato e che arriva dopo l’incontro della Conferenza Stato Regioni.
Azioni considerate estremamente rilevanti per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia dei territori, come sottolineato da FederBio, che esprime grande soddisfazione per le proposte discusse e accolte al tavolo ai tavoli del Masaf e per l’individuazione di una strategia che favorire lo sviluppo della produzione e dei consumi di alimenti bio. Un passo di fondamentale importanza perché rappresenta un’applicazione diretta della Legge sul Biologico, approvata lo scorso anno. In questo modo, insomma, si rafforza il percorso indispensabili per la transizione ecologica dei sistemi agroalimentari italiani.
“Il Piano rappresenta uno strumento strategico per raggiungere il 25% di superficie coltivata a biologico al 2027, obiettivo fondamentale soprattutto adesso, dopo la bocciatura da parte dell’Europarlamento della riduzione del 50% dell’utilizzo dei pesticidi prevista nella Strategia Farm to Fork – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio – Lo sviluppo dell’agricoltura bio è lo strumento concreto che abbiamo a disposizione per ridurre l’uso delle sostanze chimiche di sintesi in agricoltura”.
La piena attuazione del Piano richiederà un’azione integrata con le principali programmazioni previste per il settore agroalimentare, partendo dal Piano Strategico Nazionale della PAC. Un’armonizzazione con le programmazioni del PNRR sarà fondamentale per garantire il successo e la realizzazione effettiva delle misure delineate nel Piano d’azione nazionale per il biologico.