Appare miope e fuorviante la tesi di coloro che attribuiscono al Green Deal la crisi del sistema agricolo in Europa. È una lettura dei fatti che parte dalle recenti proteste degli agricoltori avvenute in Germania e Francia ma non coglie il punto: sono la dipendenza dai fossili, la volatilità dei prezzi alla produzione, l’impoverimento dei terreni causato dall’abuso della chimica di sintesi e le speculazioni finanziarie le vere cause della crisi del settore.
A sottolineare il paradosso creato dal collegamento tra le misure green europee e la crisi dell’agricoltura sono state le associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura che hanno evidenziato come le ragioni della crisi del settore agricolo abbiano origine piuttosto in un sistema agro-alimentare fallimentare che sopravvive solo grazie ai sussidi targati Ue.
Purtroppo – afferma la Coalizione #CambiamoAgricoltura in un comunicato – gli obiettivi delle Strategie Farm to Fork e Biodiversità sono stati fortemente ridimensionati da una serie di decisioni prese dalle istituzioni Ue. Basti pensare al voto contrario al regolamento per la riduzione dell’uso dei pesticidi, all’eliminazione degli allevamenti bovini dalla normativa sulle emissioni industriali, alla liberalizzazione dei nuovi Ogm, alla decisione di rinnovare l’uso del glifosato per altri dieci anni.
“Questi risultati, dovuti in particolare all’azione di lobby delle potenti corporazioni agricole e dell’agro-industria, hanno determinato un sostanziale ridimensionamento delle ambizioni delle Strategie del Green Deal a danno degli interessi pubblici dei cittadini europei, dell’ambiente e della salute, a vantaggio degli interessi economici delle corporazioni agroindustriali che, ottenuto il ridimensionamento del Green Deal, puntano a cancellare anche i deboli obiettivi ambientali della Politica Agricola Comune 2023-2027 e a preparare un drammatico ritorno al passato con la sua prossima riforma”, scrive #CambiamoAgricoltura.
La riforma della Pac 2023-2027 ha confermato il sostegno all’agricoltura e zootecnia intensive dipendenti dal petrolio e gas attraverso sussidi che promuovono l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi di sintesi e che favoriscono le grandi aziende agricole a discapito delle piccole(oltre l’80% dei fondi della Pac vengono distribuiti al 20% delle aziende agricole europee).
Le vere cause della crisi del settore agricolo in Europa vanno ricercate proprio nell’indebolimento delle riforme necessarie a rilanciare un’agricoltura sostenibile. “L’aumento dei costi di produzione, determinato soprattutto dall’aumento dei costi energetici e quindi del gasolio, dei fertilizzanti e dei pesticidi chimici di sintesi, ha penalizzato essenzialmente gli agricoltori, mentre l’agroindustria e la grande distribuzione sono riusciti a tutelare meglio i loro risultati economici”, afferma la Coalizione #CambiamoAgricoltura. “La situazione di crisi per gli agricoltori è stata aggravata anche dall’inflazione e dai provvedimenti assunti per contrastarla; confermando per gli agricoltori il ruolo di anello debole della filiera agroalimentare.
La soluzione di questa crisi strutturale del settore non può essere la cancellazione delle norme e degli impegni per la tutela dell’ambiente e il rinvio dell’indispensabile transizione ecologica dell’agricoltura. Rinvio che rischia di aggravare la situazione di crisi e di confermare il ruolo negativo dei sussidi che l’Unione Europea riconosce oggi all’agricoltura (il 30% dell’intero budget della Ue è destinato alla Politica agricola comune). Una politica sbagliata che ha portato seri danni: secondo le stime dell’Ue Soil Observatory il 70% dei suoli in Europa è in cattive condizioni; senza adeguate misure di tutela ambientale, sarà sempre più difficile produrre cibo.
Infine le Associazioni sottolineano che la cancellazione dei sussidi al gasolio agricolo, una causa delle proteste degli agricoltori tedeschi, è prevedibile anche in Italia per gli impegni assunti con il Pnrr. Tra i diversi sussidi ambientalmente dannosi che l’Italia si è impegnata a razionalizzare e ridurre compaiono infatti anche le agevolazioni al gasolio agricolo e sull’Iva per i fertilizzanti chimici e prodotti fitosanitari.
Una parziale soluzione per questi problemi è indicata proprio dalle Strategie Ue Farm to Fork e Biodiversità 2030 che prevedono la crescita delle superfici agricole dedicate all’agricoltura biologica, i cui costi di produzione sono legati in misura minore alla variabilità dei costi degli input chimici derivanti da petrolio e gas, oltre a essere più remunerativa per gli agricoltori. L’Italia con il suo Piano Strategico della Pac 2023-2027 ha deciso di investire nel biologico e la recente approvazione del Piano di Azione nazionale per il biologico è un altro passo avanti nella giusta direzione.