Il Regno Unito dà nuovamente l’ok all’uso di un pesticida vietato e pericolosissimo per api e altri insetti: un neonicotinoide. Come spiega la BBC in questo articolo di pochi giorni fa, per il quarto anno consecutivo il governo inglese avrebbe concesso il permesso di utilizzare questo prodotto sui semi di barbabietola da zucchero. Una misura, varata il 18 gennaio scorso, presentata come necessaria per contrastare un virus dannoso, il così detto “virus giallo”. Di tutt’altro parere le associazioni ambientaliste. Per la rete Wildlife Trusts la decisione è un “colpo mortale” per la fauna selvatica.
La deroga all’uso dei pesticidi neonicotinoidi è concessa, in UK, quando viene superata una soglia d’infezione pari al 65% nel raccolto nazionale di barbabietola da zucchero. Secondo gli addetti ai lavori, tale percentuale sarebbe aumentata fino all’80% negli ultimi anni e avrebbe minacciato un settore che coinvolge 9.500 posti di lavoro.
Il punto è che andrebbero sviluppate alternative al trattamento delle sementi, per evitare che la situazione precipiti e che dunque cresca la pressione per il ricorso ai pesticidi. Neonicotinoidi che, lo ricordiamo, hanno un impatto molto negativo sulla capacità delle api di spostarsi, così come conseguenze negative anche su altri animali, come gli uccelli.
Proprio di fronte a tali evidenze scientifiche, questi prodotti sono stati aboliti e contrastati a tutti i livelli. La Corte di Giustizia europea, ad esempio, ha stabilito un anno fa che gli Stati membri non possano derogare ai divieti espliciti di immissione sul mercato e uso di sementi trattate con pesticidi neonicotinoidi.
Ma ciò non è bastato a convincere il Regno Unito, il cui esecutivo ha parlato comunque di un provvedimento eccezionale. Il ministro dell’Agricoltura Mark Spencer ha infatti dichiarato: “Riconosciamo l’impatto dannoso che un’epidemia del virus giallo della barbabietola potrebbe avere sui mezzi di sussistenza degli agricoltori. Consideriamo quindi il rilascio di un’autorizzazione di emergenza una misura necessaria e proporzionata”. Le api inglesi però di certo non ringraziano.