“Non può esistere l’agricoltura senza la tutela del suolo, delle acque, dell’aria, del benessere degli animali e del nostro capitale naturale”. Lo ricordano 23 associazioni ambientaliste in una lettera inviata pochi giorni fa al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Al centro dell’appello il futuro dell’agricoltura e del sistema agroalimentare italiano alla luce delle proposte di modifica della Politica Agricola Comune (PAC) presentate dalla Commissione europea e sostenute dal Governo italiano. Provvedimenti giudicati negativi dall’ambientalismo italiano. “Cancellando di fatto la maggior parte degli impegni ambientali della PAC attuale, ci riportano indietro di 25 anni”, si legge nella lettera firmata tra gli altri da WWF, Lipu, Greenpeace, FederBio, Lav, Legambiente, Aiapp, Slow Food.
“La mobilitazione degli agricoltori delle ultime settimane – scrivono – ha riportato alla cronaca un conflitto, vero o presunto, tra gli obiettivi della necessaria e imprescindibile transizione ecologica e la produzione primaria. Consapevoli delle difficoltà che il sistema agro-alimentare sta affrontando da molti anni, siamo convinti che la causa non risieda nelle norme ambientali, ma essenzialmente in problemi strutturali del settore primario, che richiedono un forte impegno istituzionale e di tutti i soggetti interessati”.
Secondo gli ambientalisti, le Strategie europee Farm to Fork e Biodiversità 2030 non sono il motivo della crisi economica del settore agro-alimentare ma sono invece parte della soluzione del problema perché sono in grado di incrementare sia la sostenibilità ambientale che il reddito degli agricoltori. Perciò hanno espresso “preoccupazione per l’indebolimento degli obiettivi della Politica Agricola Comune discussi nell’ultimo Consiglio europeo AgriFish”.
Nello specifico, l’esecutivo comunitario, spiegano le 23 associazioni firmatarie della lettera al ministro, “ha proposto la cancellazione di alcuni impegni previsti dalla condizionalità del primo pilastro, le azioni obbligatorie per la tutela dell’ambiente, del suolo e della biodiversità collegate ai pagamenti di base che gli agricoltori ricevono con la domanda annuale della PAC. Queste proposte della Commissione europea soddisfano solo in parte le richieste avanzate da alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, che hanno chiesto l’eliminazione degli impegni per la protezione delle zone umide e delle torbiere, per il mantenimento della sostanza organica dei suoli, per l’obbligo delle rotazioni e delle superfici destinate alla conservazione della natura”.
In questo quadro, serve un coinvolgimento maggiore della società civile. Le sigle ambientaliste chiedono infatti “che al Tavolo politico permanente istituito per discutere delle possibili modifiche alla Pac siano rappresentate non solo le associazioni agricole ma anche quelle della società civile, così come previsto dal Regolamento europeo e ricordano che questo tavolo non deve e non può sostituirsi al Comitato di monitoraggio del Piano Strategico Nazionale, sede nella quale devono essere discusse e decise le modifiche al Piano Strategico”.
Il futuro dell’agricoltura, secondo le associazioni che si occupano di tutela dell’ambiente, riguarda tutti i cittadini. Per questo, conclude l’appello, “siamo convinti della necessità di una fattiva collaborazione e del superamento dell’attuale, infruttuoso, clima di contrapposizione. Tutto il comparto agricolo e le associazioni della società civile devono essere motori della transizione ecologica dell’economia per affrontare le crisi – economica, sociale e ambientale – che hanno effetti drammatici sull’agricoltura”.