Ventun ettari al giorno di suolo consumato. È questo il primato registrato in Italia nel 2023: è il valore più alto degli ultimi undici anni. Ma una strategia possibile contro questo fenomeno è rappresentata dal biologico. La tutela del suolo passa infatti da un’agricoltura pulita. Secondo i dati di Eurostat, nel 2024 in Italia 2,3 milioni sono gli ettari coltivati in modo bio, la concentrazione più alta in Europa, pari al 19% del totale dei terreni coltivati, rispetto a una media comunitaria che non supera il 10%. Marche, Lazio, Toscana, Sicilia Calabria e Basilicata sono le sei regioni in cui i terreni coltivati in modo biologico superano il 25% del totale. In Sicilia questo dato sale al 30%. Più di 68 mila imprese agricole realizzano esclusivamente prodotti biologici. E i risultati del monitoraggio di Cambia la Terra hanno evidenziato che i dati relativi ai campi coltivati con il metodo biologico sono decisamente migliori rispetto a quelli coltivati in convenzionale a conferma che il bio è un metodo di produzione che favorisce la tutela del suolo e della biodiversità.
Per quanto riguarda il consumo del suolo, gli ultimi dati sono quelli dell’edizione 2023 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), presentato lo scorso ottobre.
In quindici regioni italiane la percentuale di suolo consumato supera il 5%. Le regioni con i valori percentuali più elevati sono la Lombardia (12,16%), il Veneto (11,88%) e la Campania (10,52%). La Lombardia è anche la regione con la maggiore estensione di territorio artificializzato: oltre 290.000 ettari. Ed è in questi territori che la situazione è anche peggiorata in modo più significativo. Nell’ultimo anno, infatti, i maggiori aumenti nel consumo di suolo netto sono stati registrati proprio in Lombardia, Veneto, Puglia, Emilia-Romagna e Piemonte.
In questo quadro, l’Europa chiede l’azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050. Gli obiettivi da raggiungere sono: l’azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050; la protezione adeguata del suolo anche con l’adozione di obiettivi relativi al suolo in quanto risorsa essenziale del capitale naturale entro il 2020; l’allineamento del consumo alla crescita demografica reale entro il 2030; il bilancio non negativo del degrado del territorio entro il 2030. Non solo, perché l’obiettivo 15.3 dell’Agenda ONU 2030 ha come focus: combattere la desertificazione; ripristinare la terra e il suolo degradati, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni; raggiungere la neutralità del degrado del suolo entro il 2030.