Troppi antibiotici negli allevamenti, in pericolo il sistema immunitario

allevamenti sostenibili

Secondo lo studio dell’Università di Oxford, l’antimicrobico usato per la crescita del bestiame genera batteri più resistenti alle nostre difese naturali

L’uso generalizzato di antibiotici negli allevamenti ha portato alla comparsa di batteri più resistenti al sistema immunitario umano. Una ricerca condotta dall’Università di Oxford ha scoperto che un antibiotico chiamato colistina, utilizzato per decenni come promotore della crescita negli allevamenti di suini e polli in Cina e in molti altri Paesi, ha provocato l’emergere di ceppi di Escherichia coli (E. coli) che hanno maggiori probabilità di eludere la prima linea di difesa del nostro sistema immunitario.

Sebbene la colistina sia vietata dal 2016 come additivo alimentare per il bestiame, i risultati presentano un serio allarme. L’uso scorretto o l’abuso di antibiotici sono considerati tra le cause della crescita e della diffusione di microorganismi le cui conseguenze comportano la perdita di efficacia delle terapie e gravi rischi per il sistema immunitario. “Questo è potenzialmente molto più pericoloso della resistenza agli antibiotici”, ha affermato al Guardian il professor Craig MacLean, che ha guidato la ricerca presso l’Università di Oxford. “Evidenzia il pericolo dell’uso indiscriminato di antibiotici negli allevamenti. Abbiamo accidentalmente finito per compromettere il nostro sistema immunitario per ottenere polli più grassi”.

I risultati della ricerca, pubblicata su eLife, potrebbero anche avere implicazioni significative per lo sviluppo di nuovi farmaci antibiotici nella stessa classe della colistina, noti come peptidi antimicrobici (Amp), che i ricercatori ritengono possano offrire un rischio particolare di compromettere l’immunità innata. Gli Amp sono composti prodotti dalla maggior parte degli organismi viventi nella loro risposta immunitaria innata, che è la prima difesa contro le infezioni. MacLean ha affermato che non è possibile stimare quali potrebbero essere le conseguenze nel mondo reale, ci potrebbe essere ad esempio il rischio di un’infezione generalizzata da Escherichia coli : “I batteri potrebbero diventare resistenti a uno dei pilastri del nostro sistema immunitario”.

La resistenza antimicrobica rappresenta una terribile minaccia globale – l’Onu ha avvertito che fino a 10 milioni di persone all’anno potrebbero morire entro il 2050 a causa di superbatteri – e quindi è pressante la necessità di nuovi antibiotici. C’è un crescente interesse per il potenziale degli Amp come farmaci, e alcuni di quelli in fase di sviluppo includono farmaci basati su Amp umani.

MacLean e colleghi non chiedono di sospendere lo sviluppo di tali farmaci, ma affermano che sono necessarie valutazioni del rischio estremamente attente alla probabilità che emerga resistenza e alle potenziali conseguenze.

L’Escherichia costituisce parte integrante del normale microbiota intestinale dell’uomo e di altri animali a sangue caldo. Nonostante la maggior parte dei ceppi di E. coli siano innocui, alcuni ceppi sono l’agente eziologico di malattie intestinali di diversa gravità (che possono manifestarsi con dolore addominale, vomito, diarrea con sangue) e anche extra-intestinali, come ad esempio infezioni del tratto urinario, peritonite, setticemia, polmonite e meningite.