L’uso di pesticidi chimici in Europa rimane una delle principali fonti di inquinamento, un importante fattore di perdita di biodiversità e una possibile causa di impatti negativi sulla salute degli utenti esposti e dei cittadini. Colpendo gli impollinatori, i microrganismi del suolo e gli agenti di controllo dei parassiti, l’uso dei pesticidi minaccia anche i principali servizi ecosistemici che contribuiscono a difendere la sicurezza alimentare in Europa. Inoltre l’esposizione umana ai pesticidi chimici è legata a malattie croniche come il cancro e malattie cardiache, respiratorie e neurologiche.
Non ha dubbi l’Agenzia Europea dell’Ambiente nel richiamare il pericolo ambientale legato all’utilizzo massiccio di prodotti chimici in agricoltura. E avverte che nonostante negli ultimi anni molte sostanze contenute nei pesticidi siano state vietate nell’Ue, tuttavia resta il problema di ridurne il volume complessivo per raggiungere gli obiettivi europei di inquinamento zero e di taglio del 50% dell’uso dei pesticidi chimici più pericolosi entro il 2030.
Come? si chiede l’Aee. Attraverso un controllo dei parassiti rispettoso dell’ambiente o passando all’agricoltura biologica e di precisione senza compromettere l’approvvigionamento alimentare. E vanno messi in atto controlli e regole più efficaci prima che le nuove sostanze chimiche possano essere utilizzate e vendute.
In un briefing “How pesticides impact human health and ecosystems in Europe” (Come i pesticidi influiscono sulla salute umana e sugli ecosistemi in Europa) rilasciato in aprile, l’Aee riassume le ultime conoscenze sull’impatto dei pesticidi chimici sulla salute umana e sull’ambiente e presenta le buone pratiche per ridurne l’uso e il rischio in tutta Europa.
Dal 2011 al 2020 le vendite di pesticidi negli Stati membri dell’Ue-27 sono rimaste relativamente stabili, attestandosi a circa 350 000 tonnellate all’anno. Ma non si tratta solo del loro uso in agricoltura. I pesticidi sono utilizzati anche nella silvicoltura, vicino alle scuole, lungo strade e ferrovie, nonché nei parchi pubblici, nei parchi giochi o nei giardini ampiamente utilizzati dal pubblico, in particolare da bambini, donne incinte e anziani, che rappresentano i gruppi più vulnerabili ai pesticidi.
Le persone sono esposte ai pesticidi principalmente attraverso la dieta, che include sia il cibo che l’acqua potabile, nonché trascorrendo del tempo nelle aree in cui vengono irrorati pesticidi e, per i lavoratori agricoli, sul posto di lavoro. Uno studio di biomonitoraggio umano su larga scala condotto tra il 2014 e il 2021 in cinque Paesi europei, ha rilevato almeno due pesticidi presenti nei corpi dell’84% dei partecipanti al sondaggio.
È importante sottolineare che, anche quando l’esposizione ai singoli pesticidi può essere bassa, miscele di pesticidi e altre sostanze chimiche possono causare effetti preoccupanti, il cosiddetto “effetto cocktail”, sottolinea l’Aee. Inoltre, alcuni pesticidi sono sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, potenzialmente influenzando la salute anche a basse dosi. Infine, alcuni potenziali effetti tossicologici connessi all’esposizione a sostanze attive nei pesticidi potrebbero non essere adeguatamente rilevati con i metodi di prova esistenti. Questi includono diabete, disturbi parkinsoniani, leucemia infantile, immunotossicità, malattie mentali e altri effetti neuropsicologici.
La Commissione europea ha proposto nell’estate 2022 un nuovo regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi, che a gennaio ha subito una battuta di arresto a causa della richiesta della maggioranza dei Paesi della Ue, fra cui l’Italia, di una nuova valutazione d’impatto che tenga conto delle conseguenze della guerra russo-ucraina e dell’aumento dei prezzi dovuti alla crisi energetica. Il Consiglio europeo ha chiesto ufficialmente alla Commissione uno studio, da completarsi in sei mesi, che integri la valutazione d’impatto della proposta di regolamento relativo all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e, se del caso, una proposta di azioni di follow-up alla luce dei risultati dello studio.
Nella bozza di 218 pagine della valutazione d’impatto, ottenuta da Euractiv, l’esecutivo Ue risponde agli interrogativi sollevati dal Consiglio europeo circa l’impatto economico del piano Ue sui pesticidi sulla produzione agricola e le conseguenze sulla disponibilità e sul prezzo di mangimi e alimenti. Secondo la Commissione, il potenziale impatto sui prezzi di alimenti e mangimi “dipende dagli impatti sui raccolti”. Tuttavia, “si stima che gli impatti maggiori si verifichino nelle colture che svolgono un ruolo relativamente minore per la sicurezza alimentare e dei mangimi, come uva, luppolo e pomodori”.
Il documento sottolinea che agli agricoltori e agli Stati membri è stata data la possibilità di “dare priorità alla riduzione dei pesticidi nelle colture che hanno un impatto minimo o nullo sulla sicurezza alimentare […] contribuendo così agli obiettivi di riduzione senza alcun impatto sulla sicurezza alimentare, sulla produzione alimentare, sulla disponibilità o prezzi”.
Quanto alla riduzione dell’uso di pesticidi nelle aree non agricole, come le aree urbane, le strutture sportive e ricreative e i giardini privati, tale “riduzione dell’uso e del rischio di pesticidi nelle aree non agricole o nelle colture non alimentari e non foraggere non avrebbe ripercussioni sulla sicurezza alimentare e dei mangimi”, sottolinea la Commissione.
Nonostante la mancanza di dati aggiornati, la Commissione sostiene che le prove dei “significativi progressi compiuti nella riduzione dell’uso di pesticidi e del rischio monitorato tra il 2011 e il 2020 non hanno comportato alcun aumento significativo dei costi o effetto sulla resa per le colture principali, e quindi non ha avuto alcun effetto sulla sicurezza alimentare”.
Il processo legislativo, che dovrebbe concludersi al più tardi entro fine giugno, tuttavia molto probabilmente non rispetterà questa scadenza. Sono in molti a credere che ormai la proposta di Regolamento abbia imboccato un binario morto e che non possa vedere la luce prima del 2025. I tempi in effetti sono stretti, in quanto l’attività legislativa dell’Unione si fermerà di fatto entro la fine del 2023 nell’imminenza delle elezioni previste nella primavera del 2024.