Le Nazioni Unite hanno organizzato a Roma il Food System Summit riunendo 2.000 delegati da 180 Paesi per prendere atto del fallimento del sistema alimentare basato sull’agricoltura intensiva e sui pesticidi. Nel 2022 735 milioni di persone nel mondo hanno sofferto la fame e la macchina industriale che produce cibo è responsabile di almeno un terzo delle emissioni serra, del 90% della perdita delle foreste tropicali, del 70% dei consumi di acqua.
È stata una sfida cruciale, che ha visto contrapposte due visioni del mondo: continuare ad aumentare la produzione intensiva di cibo o trasformare l’attuale sistema produttivo affinché sia più equo e più sostenibile. Tra i protagonisti molti dei leader dell’Africa, continente ricco di risorse primarie ma tra i più colpiti dall’insicurezza alimentare, con l’80% del cibo importato. E proprio in questo continente, il più colpito dalle difficoltà, sono emerse le contraddizioni create dalla difficoltà del presente.
Il peso del cartello che sostiene l’agricoltura convenzionale che punta a forzare i cicli vitali anche a costo di un ulteriore impoverimento del suolo e di un’ulteriore spinta alla desertificazione si è fatto sentire. Fitsum Assefa, ministro per lo Sviluppo e la programmazione del governo etiope, ha sostenuto la necessità di investire in modelli agro-industriali per i Paesi africani, sfruttando la scienza, la tecnologia e l’innovazione. Si riparla insomma di “rivoluzione verde”, come se non bastassero i danni che quel falso modello green ha prodotto portando a una massiccia perdita di biodiversità, all’impoverimento di molte aree un tempo fertili e al crollo della sicurezza alimentare di intere aree.
La soluzione alternativa proposta al vertice Onu è un modello di produzione che abbia le sue basi i principi dell’agroecologia. Li Ailan, vicedirettrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha sottolineato l’importanza di utilizzare le risorse in modo più equo ed efficiente, dato che l’attuale produzione agricola non è più sostenibile dal punto di vista ambientale. Inoltre, ha ricordato che il problema della malnutrizione riguarda sia i 195 milioni di bambini che nel 2022 soffrivano di problemi di insufficiente accesso al cibo, sia i 37 milioni di bambini sotto i 5 anni affetti da obesità in altre regioni del Pianeta.
Sul piano dell’importanza dell’accesso a una sana nutrizione, è intervenuta anche Lana Weidgenant, attivista climatica, che ha posto l’accento sulle diete sostenibili. Le scelte alimentari hanno un impatto significativo sulla salute umana e sull’ambiente, è quindi importante ridurre il consumo di carne, soprattutto nei Paesi del Nord del mondo e in quelli con alti livelli di consumo. Equilibrare l’apporto di alimenti di origine animale e vegetale e limitare il consumo di carne rossa e processata è fondamentale per la salute dell’intera popolazione e del Pianeta.
Altri interventi hanno richiamato l’attenzione sull’agricoltura rigenerativa come approccio alternativo. Questo modello agricolo si concentra sull’ottimizzazione dell’uso del suolo e delle risorse, promuovendo pratiche sostenibili per rigenerare gli ecosistemi e preservare la biodiversità. E su questo fronte si sono spesi anche molti interventi di Paesi in grande difficoltà a causa della crisi agricola e di quella climatica. Ad esempio il portavoce del ministero dell’Agricoltura e della sicurezza alimentare del Lesotho, Masia Joane, ha criticato la scelta di puntare sulle monocolture che “aumentano la vulnerabilità del Paese”, generando “risultati molto modesti”. Il Lesotho sta creando una rete di Paesi del Sud del mondo per difendere e rilanciare i sistemi agricoli basati sulla sostenibilità e la prevenzione del rischio.
Di sicuro c’è che il sistema alimentare globale di oggi ha fallito, lo dicono i dati sulle persone che vivono senza un pasto sicuro al giorno, il quinto della popolazione mondiale che è malnutrito e la crisi climatica che stiamo vivendo. Mettere al centro salute, tutela dell’ambiente ed equità socio-economica è l’unica via per definire il metodo di produzione più sostenibile, per tutti.