Entro il 2030 si dovrà ridurre di almeno il 50% l’uso e il rischio dei pesticidi chimici di sintesi e del 65% l’uso dei “pesticidi più pericolosi”. Questa la proposta della commissione Ambiente (Envi) del Parlamento Ue passata il 24 ottobre con 47 voti favorevoli, 37 contrari e 2 astensioni.
La decisione della commissione Ambiente rappresenta un significativo cambio di passo. “Non c’è stato alcun paragrafo su cui non abbiamo dovuto combattere”, ha dichiarato Sarah Wieners, relatrice della proposta. Il testo infatti indica obiettivi più stringenti rispetto alla proposta presentata dall’esecutivo Ue e inserisce una distinzione tra pesticidi e pesticidi pericolosi.
I deputati inoltre chiedono che ogni Stato membro adotti obiettivi e strategie nazionali, basati sulle sostanze vendute ogni anno, sul livello di pericolo e sulla dimensione della propria area agricola. La commissione parlamentare verificherà quindi se gli obiettivi nazionali debbano essere più ambiziosi per raggiungere i target europei al 2030. Al fine di massimizzare l’impatto delle strategie nazionali, gli Stati membri devono anche stabilire norme specifiche per almeno le cinque colture che permettono il taglio maggiore dei pesticidi.
I principali punti della proposta della commissione Ambiente
Un punto chiave è rappresentato dalle importazioni dai Paesi extra Ue. Entro dicembre 2025 si dovranno esaminare le differenze nell’uso dei pesticidi sui prodotti agricoli e agroalimentari importati rispetto ai prodotti dell’Ue e, in caso, proporre misure per garantire che le importazioni soddisfino gli standard equivalenti dell’Ue.