Al biologico il governo Meloni lascia poche briciole. Il disegno di legge 926 del 2024 – la legge di Bilancio – destina infatti solo 33.957.727 euro per individuare le misure e le risorse per lo sviluppo e la gestione dell’agricoltura biologica. In pratica solo l’1,4% delle risorse complessivamente assegnate al ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste (2.434.630.489 euro) previste per il 2024.
Nonostante le belle parole alla prova dei fatti al biologico continuano ad andare risorse esigue. Già nel 2018 Cambia la Terra denunciò una situazione insostenibile: su un totale di fondi europei e italiani per l’agricoltura di circa 62,5 miliardi, la parte che andava al biologico era di 1,8 miliardi, il 2,9% delle risorse.
Una storia che si ripete. Secondo FederBio e Wwf dal disegno di legge emerge un quadro assolutamente non soddisfacente che vede ancora una volta premiata l’agricoltura intensiva convenzionale a danno dell’agricoltura biologica. Le risorse stanziate, infatti, sono del tutto insufficienti, non bastano a garantire la riduzione dei costi di produzione e certificazione delle aziende agricole bio e a favorire l’aumento dei consumi dei loro prodotti da parte delle persone più vulnerabili.
Inoltre- affermano le due organizzazioni – servono misure fiscali per rilanciare i consumi dei prodotti biologici certificati in un momento di particolare difficoltà economica per le famiglie italiane.
A tal fine le due organizzazioni hanno inviato ai parlamentari alcune proposte di emendamenti nella speranza che siano accolte e depositate nei tempi utili per consentire la loro discussione durante il veloce iter di approvazione della manovra 2024. Tra queste la rimodulazione delle aliquote Iva in relazione alle esternalità ambientali, positive e negative, dell’agricoltura, eliminando le agevolazioni previste per pesticidi e fertilizzanti chimici di sintesi e abbassando l’Iva al 4% per tutti i prodotti biologici di consumo e per i mezzi tecnici ammessi in agricoltura biologica.
Suggerita anche l’introduzione di un credito di imposta per la certificazione delle imprese biologiche così da ridurre i costi della certificazione oggi completamente a carico delle aziende agricole.
Un’altra misura importante suggerita da FederBio e Wwf riguarda la costituzione di un fondo per l’incentivo al consumo di prodotti biologici certificati da parte di donne in stato di gravidanza e bambini fino ai 3 anni, quale strumento per la prevenzione di malattie croniche connesse all’assunzione di alimenti contenenti residui di prodotti chimici di sintesi utilizzati in agricoltura.
Sono infatti ormai migliaia gli studi e le ricerche scientifiche che evidenziano in modo incontrovertibile come l’esposizione cronica ai pesticidi determini un incremento statisticamente significativo del rischio di sviluppare patologie cronico-degenerative. Parliamo di cancro, diabete, patologie respiratorie, malattie neurodegenerative, malattie cardiovascolari, che colpiscono in particolare i gruppi più vulnerabili come le donne in stato di gravidanza e i bambini nei loro primi 1.000 giorni di vita.
Sostenere il biologico con un maggiore impegno nel bilancio nazionale per il 2024 rappresenta per l’Italia il principale strumento per attuare una vera transizione ecologica dell’agricoltura. “Se la domanda interna dei prodotti biologici certificati rallenta, rischiando perfino di fermarsi o arretrare – osservano le due organizzazioni – potrebbe essere messo a repentaglio tutto il programma di crescita dell’agricoltura biologica del nostro Paese e la possibilità di raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie agricola utilizzata certificata in biologico entro il 2027. Questo nonostante l’aumento delle risorse per lo sviluppo del biologico e delle sue filiere previsto dal Piano Strategico Nazionale della Pac 2023-2027 e dal Pnrr”.
Infine, FederBio e Wwf propongono variazioni relative al “Fondo per le mense scolastiche biologiche”: si tratta di portare la previsione di competenza per l’anno 2024 ad almeno 10 milioni di euro. Le mense scolastiche biologiche svolgono infatti un’importante funzione nell’ambito dell’educazione alimentare. Il Fondo per le mense scolastiche biologiche previsto (5 milioni di euro) è ritenuto insufficiente per garantire il necessario sviluppo della gestione delle mense scolastiche con l’utilizzo di prodotti alimentari biologici.