I nuovi Ogm devono attendere. Non è stata infatti raggiunta la maggioranza qualificata necessaria per dare il via libera alla deregolamentazione, in Unione Europea, delle New Genomic Techniques (NGT), TEA nell’acronimo italiano e nuovi Ogm per comprenderne immediatamente la natura. Nella riunione dei ministri dell’Agricoltura dell’Unione, infatti, la proposta di compromesso non ha raggiunto il 55% dei voti, ovvero una soglia che rappresenti il 65% dei cittadini.
Austria, Croazia, Slovacchia, Ungheria, Germania, Bulgaria, Grecia, Polonia, Romania e Slovenia sono il fronte dei Paesi del no alle nuove tecnologie per le sementi in agricoltura. Un blocco determinato dalla preoccupazione di non poter separare le filiere biologiche da quelle Ogm proteggendo quindi le prime dalla contaminazione. Dalla possibilità che venga meno la facoltà di restringere o vietare la coltivazione di Ogm sul territorio nazionale. Dal timore che i brevetti dei nuovi Ogm finiscano nelle mani di poche industrie, generando uno squilibrio socio economico nel settore agricolo.
E l’Italia come si posiziona in questa partita? A discapito degli oltre vent’anni giocati in prima fila nella difesa di una stretta regolamentazione dei prodotti dell’ingegneria genetica, oggi si esprime a favore della liberalizzazione totale, come quella proposta dalla Commissione UE. “Una scelta che rende impossibile sia coltivare che scegliere prodotti liberi da Ogm. L’abolizione dell’etichettatura priverebbe infatti il consumatore della libera scelta, mentre la mancanza di tracciabilità e di severe misure di salvaguardia toglierebbe agli agricoltori ogni difesa dalla bio contaminazione dei loro campi. Per le filiere Ogm free (e soprattutto per il biologico) sarebbe la fine, perché cadrebbe ogni garanzia di qualità” – È quanto si legge nel comunicato della Coalizione Italia Libera da Ogm impegnata da anni nell’agricoltura libera da ogni forma di Ogm e che oggi esorta “agricoltori, consumatori e rappresentanti politici che hanno a cuore l’interesse generale a rafforzare il loro impegno per evitare la liberalizzazione degli organismi geneticamente modificati in Europa, per difendere il principio di precauzione e per rivendicare il diritto a un cibo di qualità e coltivato in modo ecologico”.
Ma non è detta ancora l’ultima parola. Il 22 dicembre prossimo ci sarà infatti un tentativo della presidenza spagnola alla riunione degli ambasciatori UE per convincere gli altri Paesi a cedere agli NGT.