“Gli agricoltori sono in difficoltà non per le ipotesi di riforme green che ancora devono prendere piede, ma per decenni di gestione comunitaria che ha privilegiato le grandi imprese senza riuscire a difendere gli interessi delle piccole imprese e dei metodi sostenibili come il biologico. Il Green Deal ha dato una grande spinta al biologico che è in forte espansione anche per via dei risultati economici che ottiene. Tornare indietro rinunciando al taglio dell’uso di pesticidi non significa aiutare gli agricoltori ma fossilizzare un modello agricolo perdente da tutti i punti di vista: economico, occupazionale e ambientale”. È il commento di Maria Grazia Mammuccini, coordinatrice della Campagna “Cambia la Terra-No ai pesticidi Si al biologico”.
Oggi oltre il 60% dei suoli europei è degradato (in Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Europeo per il Suolo, siamo al 47%). E l’80% dei campi agricoli soffre di erosione come principale causa di deterioramento. Ma questi non sono dati solo ambientali. Il punto è che un suolo sano e ricco di biodiversità è già oggi il fattore che fa la differenza dal punto di vista economico. Lo provano i numeri che emergono da una recente ricerca condotta da Intesa San Paolo. Tra il 2019 e il 2022 le imprese agricole non biologiche hanno avuto una crescita di fatturato del 16,1%, quelle biologiche del 23,1% (e con un margine operativo lordo superiore).