Più di 133 mila ettari, cioè il 22% delle superfici nazionali destinate alla produzione di vino. Sono questi
alcuni dei numeri sul biologico diffusi oggi da Cia-Agricoltori Italiani, con la sua associazione di riferimento Anabio, al Vinitaly 2024, in corso in questi giorni a Verona. E il totale delle superfici bio a vite è in netta crescita, facendo segnare un +160% rispetto al 2010. Le regioni più bio, sempre per quanto riguarda il vino, sono la Sicilia e la Toscana.
“In questo momento di criticità per l’intero comparto agricolo, la viticoltura biologica ha dato prova di grande resilienza, diventando la punta più avanzata della transizione agroecologica in termini di innovazione nel rispetto dell’ambiente e della fertilità del suolo, contribuendo al contrasto dell’emergenza climatica in atto”, ha dichiarato lo scorso 12 aprile a Vinitaly Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “Negli ultimi dieci anni, le superfici di vite coltivate a biologico sono cresciute di oltre il 145%, mentre le produzioni di vini bio hanno avuto un incremento del 110%. Le etichette biologiche e biodinamiche italiane sono particolarmente apprezzate perché uniscono il valore dell’identità territoriale delle denominazioni d’origine a quello della sostenibilità dato dalla certificazione biologica. Anche all’estero i nostri vini bio sono molto richiesti. Attualmente, infatti, rappresentano il 19% dell’esportazione globale di agroalimentare bio”.
Di vini si continuerà a discutere (e a bere) ancora alla cinquantaseiesima edizione della fiera di Verona, che si concluderà domani, 17 aprile. Qui il programma e tutte le informazioni sulla kermesse veneta:
www.vinitaly.com.