Rinnovabili e agricoltura sostenibile, il Sud avanza

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La superficie con colture biologiche è del 27% nelle regioni del Centro e del 20,8% nel Mezzogiorno, mentre al Nord si ferma all’8,6%. Nelle regioni settentrionali continua a dominare un’alta concentrazione di colture intensive, con un utilizzo di fertilizzanti prodotti fitosanitari più che doppio rispetto a quello del Centro e quasi 4 volte maggiore di quello del Sud. In merito alle energie pulite, il consumo energetico da fonti rinnovabili arriva al 24,8% nei territori del Sud, contro il 19,4% del Nord. Le regioni del Sud e del Centro primeggiano anche per la rendicontazione di pratiche sociali e/o ambientali: il 17,2% e il 18,6% delle istituzioni pubbliche la fanno, mentre nel Nord Italia la percentuale si ferma al 13,8%. Anche le aree protette hanno una maggiore estensione al Sud, con il 25,2% di territorio tutelato contro il 18,8% del Nord.

L’Atlante della Transizione Territoriale. Lo stato di avanzamento della Transizione ecologica e sociale nei Comuni italiani, presentato durante gli Stati generali della Transizione dall’Associazione TES (Transizione Ecologica Solidale) il 17 aprile scorso, raccoglie questi dati. In Italia, a livello complessivo dunque, la situazione non è positiva: su 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, 11, tra i quali la gestione dell’acqua, sono in leggero miglioramento ma per 6 non si registra alcun progresso. Siamo ancora lontani, ad esempio, dal garantire una sicurezza alimentare e un’agricoltura sostenibile, così come la gestione dei mari è caratterizzata da un eccessivo sfruttamento. Ma il Sud, come dicono i dati, potrebbe in questo caso fare da traino.

“Se da una parte, negli indicatori economici e sociali convenzionali, il Sud conferma uno storico ritardo, per quello che riguarda i temi della transizione ecologica si vedono trend in controtendenza. In questa partita, pubblico e privato possono giocare dalla stessa parte mettendo assieme attenzione al bene pubblico ed efficienza”, spiega Alessandro Paglia, direttore di TES. “Orientando la spesa pubblica verso prodotti e servizi sostenibili, si darebbe insomma una spinta al mercato, incentivato così ad adeguare le proprie forniture in chiave sostenibile. Un cambio di passo che determinerebbe economie di scala in grado di aumentare la produzione di beni e servizi verdi abbassandone i prezzi e rendendoli disponibili a tutte e a tutti. I Comuni, quindi, possono fare una bella differenza nel territorio, con politiche ambientali che premiano l’interesse collettivo”.

All’evento di presentazione dell’Atlante hanno partecipato tra gli altri, il direttore di TES Alessandro Paglia, i presidenti onorari di TES Andrea Orlando e Michele Fina, il segretario generale Fillea-CGIL Alessandro Genovesi.

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