“Che Clima Fa”: un sondaggio sulle buone pratiche dell’”agricoltura climatica”

Siccità

Tempi duri per il clima, lo sono ormai da molti anni, ma negli ultimi sono sempre più frequenti fenomeni atmosferici estremi, da nubifragi a lunghi periodi di siccità.

Anche l’Italia non viene risparmiata. Ad esempio quest’anno mentre al Nord le piogge incessanti provocano alluvioni e danni, al Sud la siccità persistente mette a dura prova agricoltori e allevatori. Questi eventi non solo minacciano la sicurezza alimentare, ma producono un impatto grave, a volte irreversibile, sul settore agricolo.

Ne è ben consapevole FIRAB – Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica – che ha avviato un’indagine approfondita tra le aziende biologiche e biodinamiche per capire qual è l’entità dell’impatto climatico, confrontandolo con quello delle aziende che utilizzano la chimica di sintesi, e per identificare le migliori strategie di adattamento e mitigazione adottate.

La ricerca vuole approfondire in particolare il metodo del “carbon farming”, una pratica agricola che non solo sequestra il carbonio nel suolo, ma riduce anche le emissioni di anidride carbonica. Questo approccio potrebbe migliorare la resilienza delle aziende agricole e fornire opportunità economiche attraverso incentivi e finanziamenti adeguati.

FIRAB fa parte di Organic Climate Network, una rete pilota di organizzazioni e operatori dell’agricoltura biologica che contribuisce all’adozione della “agricoltura climatica” e dei suoi vantaggi per un’Europa carbon-neutral e resiliente dal punto di vista climatico. Una rete che – spiega Luca Colombo, segretario generale della Fondazione – è composta da pionieri dell’agricoltura biologica per promuove attivamente pratiche agricole climaticamente responsabili in Europa, integrando conoscenze scientifiche con esperienze pratiche di adattamento climatico sul campo. 

Un questionario, quello di Firab, mirato a offrire soluzioni agli agricoltori costretti a “prendere decisioni operative senza avere più certezze meteorologiche. Un’incertezza che non solo genera frustrazione ma minaccia la sostenibilità economica delle aziende”, spiega Cristina Micheloni, “hub coach” per Organic Climate Network in Friuli-Venezia Giulia. 

I risultati, una volta analizzati, saranno condivisi attraverso un report che non solo evidenzierà la situazione attuale ma anche le buone pratiche identificate, cruciali per orientare futuri interventi e politiche di supporto alle aziende agricole. Infatti l’obiettivo non è solo fornire supporto agli agricoltori, ma anche sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sull’urgenza di adottare misure efficaci per affrontare la crisi climatica nel settore agricolo.

Se vuoi partecipare all’indagine, vai qui