di Maria Pia Terrosi
Se sul glifosato l’Europa appare paralizzata, a sud di Salerno nel Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni – un territorio di 1.810 km quadrati comprendente 80 comuni – si è invece deciso di agire. Proprio in questi giorni una delibera adottata dal consiglio direttivo del Parco ha infatti bandito dall’intero territorio dell’area protetta – aree agricole comprese – l’utilizzo di erbicidi sistemici a base di glifosato.
“Una decisione – ci spiega Tommaso Pellegrino, il presidente del Parco del Cilento – che prima di tutto ha a che fare con la volontà di tutelare la salute dei nostri cittadini e la salubrità del territorio. Il fatto è che sul glifosato al momento la comunità scientifica internazionale non ha una posizione univoca. C’è stato però un Ente di tutto rispetto, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che nel 2015 ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno”. E quindi è proprio in base al principio di precauzione che dobbiamo metterlo al bando. Inoltre non possiamo dimenticare che il territorio del Parco del Cilento ha una forte e significativa vocazione agricola e la decisione di vietare l’impiego di questo erbicida sarà un ulteriore strumento per tutelare e valorizzare la nostra produzione agroalimentare, basata soprattutto sui prodotti tipici della dieta mediterranea.”
“L’Europa sul glifosato ha sbagliato – prosegue Pellegrino. La nostra decisione è una chiara presa di posizione che speriamo sia d’esempio per altre realtà. Non penso solo ai Comuni, ma anche agli altri parchi nazionali: se facessero come noi otterremmo un ottimo risultato, liberando dal glifosato una gran parte del territorio italiano. In un certo senso bypasseremmo la decisione europea.”
E la decisione del Parco non è stata certo di facciata. Basti dire che per superare il problema di quei comuni il cui territorio non ricade interamente nei confini dell’area protetta, il Parco sta preparando un’ordinanza tipo da inviare loro, in modo che possano estendere il divieto all’intera superficie comunale.
“In questo modo – conclude il presidente Pellegrino – l’area protetta del Parco sarà davvero libera da questo erbicida, senza avere contaminazioni ai confini. E i cittadini dei nostri comuni hanno capito il significato di questa decisione che porterà solo benefici a loro e alla loro attività. Anche perché alternative biologiche all’impiego di glifosato in agricoltura ce ne sono già molte”.