di Maria Pia Terrosi
Sconfiggere le zanzare senza usare insetticidi. E’ quello che da tre anni sta facendo il Comune di Occhiobello – in provincia di Rovigo – distribuendo direttamente alle famiglie residenti nelle aree considerate a maggior rischio di infestazione, un prodotto ecologico alternativo a quelli tradizionali.
L’obiettivo è di combattere la proliferazione delle zanzare anche nelle proprietà private, responsabilizzando direttamente la cittadinanza. Il programma anti-zanzare messo a punto dall’amministrazione di Occhiobello – uno dei primi Comuni in Italia ad aver bandito l’uso dei pesticidi nelle aree verdi pubbliche – si inserisce in un progetto più ampio che riguarda anche le caditoie pubbliche e i fossati, confermando l’attenzione verso l’ambiente e il benessere dei cittadini.
Il prodotto distribuito alle famiglie è un larvicida a base siliconica che ha un’azione sulle larve di zanzara esclusivamente di tipo fisico-meccanico e non contiene alcun componente potenzialmente tossico. I cittadini ricevono a casa un kit composto da flaconcini (in totale 3700 confezioni) che dovranno utilizzare nella loro proprietà privata: nei sottovasi e nelle caditoie o comunque laddove si venga a creare ristagno d’acqua.
L’efficacia della lotta alla zanzara tigre – precisano dal Comune – è fortemente legata proprio al contributo dato dai cittadini all’interno delle proprietà private che devono eseguire i trattamenti regolarmente e con frequenza bisettimanale per l’intera stagione estiva. Anche perché è molto più semplice ed economico prevenire lo sviluppo delle zanzare adulte eliminandole quando sono ancora allo stato larvale confinate in piccoli ristagni d’acqua, piuttosto che quando ormai sono libere di volare nell’ambiente, cosa che peraltro richiede l’utilizzo di insetticidi nebulizzati nell’aria.
In termini economici – afferma Filippo Moretto, responsabile dell’Ufficio ambiente di Occhiobello – la spesa complessiva sostenuta per quanto riguarda il 2018 per l’acquisto del prodotto distribuito alle famiglie è stata pari a poco più di 9000 euro; mentre la distribuzione porta a porta viene fatta volontariamente da un’associazione del territorio.