Italia resta leader del bio, ecco il gruppo degli inseguitori

Negli Usa i prodotti senza pesticidi rappresentano il 5,5% del cibo venduto nei canali retail. In Danimarca più di una persona su due ha acquistato alimenti biologici ogni settimana


In Italia il bio cresce con il vento in poppa. Attualmente viaggia al ritmo del più 20% annuo, circa dieci volte un buon obiettivo di aumento del Pil: siamo leader in Europa. Ma qual è il trend globale? E cosa succede nei Paesi che guidano i mercati? Ecco una rapida sintesi degli umori.

Stati Uniti. La lancetta del bio punta verso l’alto. Lo share del biologico ha continuato ad aumentare e ora rappresenta il 5,5% del cibo venduto nei canali retail negli Usa. Secondo i dati dell’Organic Trade Association, nel 2017 le vendite biologiche hanno segnato un nuovo record: 49,4 miliardi di dollari (3,5 più dell’anno precedente, con un aumento del 6,4%). Calcolando che vent’anni fa (1997) il mercato statunitense del bio valeva 3,4 miliardi di dollari si vede come in un due decenni si sia registrato un aumento di quasi 15 volte.

Il settore è prosperato dal momento in cui sono stati fissati gli standard per definire un prodotto organic e dall’introduzione del marchio biologico Usda (è il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti). Nel 1990, quando fu firmata la legge che autorizzava il programma nazionale per l’agricoltura biologica dell’Usda, le vendite negli Stati Uniti ammontavano ad appena un miliardo di dollari. Naturalmente la fase di crescita molto accelerata si è gradualmente smussata, anche se il ritmo di incremento resta buono.

Polemiche invece sulla legge che ha affidato al dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti il compito di elaborare un’etichettatura sugli alimenti ogm. Le bozze di marchio sono state definite uno strumento di propaganda dei prodotti geneticamente modificati: mostrano emoticon e volti raggianti.

Cina. Come spesso avviene nei mercati in crescita tumultuosa, si alternano notizie di segno opposto. Da una parte una forte crescita della domanda, dall’altra notizie su irregolarità nel processo di certificazione. Il 6 maggio 2018 il sito della China Central Television ha rivelato che sugli ortaggi della China Organic Green Industry Co., Ltd. (certificata dal Beijing Wuyue Huaxia Management Technology Cen-ter) si sono trovati residui di pesticidi (dalle successive indagini è emerso anche l’uso di fertilizzanti chimici). La CNCA ha sospeso temporaneamente azienda e organismo di controllo.

Europa. In Gran Bretagna i numeri non sono da primato: 517.000 ettari coltivati con metodo bio, con un più 1.9% sull’anno precedente, 6.600 operatori,  3.000 impese di trasformazione. La crescita è continua ma più lenta rispetto ad altri Paesi europei.

In Danimarca si registra un forte aumento dei consumi: nel 2017 – secondo il rapporto di Organic Denmark – più della metà dei danesi ha acquistato alimenti biologici ogni settimana e la crescita totale delle vendite è stata del 31%. La quota del biologico è arrivata al 13,3% con un consumo pro capite di 335 euro.

In Spagna, infine, Free Nestlé ha lanciato la gamma di alimenti per neonati NaturNes Bio. L’azienda ha dichiarato che il lancio è stato pianificato in risposta a una significativa domanda dei consumatori che l’ha spinta a concentrarsi sui prodotti biologici, che prevede raggiungeranno una quota compresa tra il 10 e il 15% delle sue vendite spagnole in cinque anni.

LEAVE YOUR COMMENTS