A sorpresa boom del biologico negli anni della crisi

In Italia il mercato tende a polarizzarsi. Da una parte la crescita a due cifre del bio. Dall’altra l’Italia resta il maggior consumatore di pesticidi per unità di superficie in Europa occidentale: per ogni chilo di prodotto che arriva sulla nostra tavola vengono impiegati più di 50 grammi fra fitofarmaci e fertilizzanti.

di Goffredo Galeazzi


Il biologico, a sorpresa, avanza negli anni della crisi economica: dal 2008 questo mercato ha registrato un vero e proprio boom e continua a crescere consolidandosi tra le abitudini d’acquisto degli italiani. Stili di vita e informazione condizionano sempre di più il carrello orientando i consumatori a scelte alimentari consapevoli, selettive e di valore. Il mercato spazia dagli oltre 1.200 negozi specializzati, i pionieri del settore, alla grande distribuzione dove per la prima volta il bio supera il miliardo e mezzo di vendite. Sono alcuni dei dati del rapporto Nielsen “Il trend del 2018 e il mercato del biologico nella Gdo” presentato a Milano lo scorso 22 giugno.

“E’ un bel segnale, positivo. C’è una maggiore attenzione a certi valori, quali la fertilità e la salvaguardia del pianeta, le energie rinnovabili e un’alimentazione sana”, commenta il presidente di AssoBio Roberto Zanoni. “E’ un fenomeno mondiale, che non riguarda solo alcuni Paesi o regioni, segno che, per esempio, l’inquinamento delle terre e il riscaldamento globale stanno diventando una preoccupazione molto sentita. Inoltre, di fronte alla chiusura di 1,5 milioni di aziende agricole tradizionali, si registra un fenomeno nuovo e positivo: i giovani stanno facendo la loro parte tornando a lavorare la terra”.

Negli ultimi anni l’andamento dell’occupazione giovanile in agricoltura è sempre stato migliore rispetto al totale dei settori economici. Oggi quasi un’impresa italiana su dieci, tra quelle gestite da giovani, opera nel settore agricolo.

“La conversione all’agricoltura biologica è una necessità”, aggiunge Zanoni, ”dopo settant’anni di ricorso dissennato alle sostanze chimiche di sintesi ci troviamo con pochissima sostanza organica nei suoli e con una preoccupante presenza di residui di fitofarmaci nelle acque superficiali e in quelle delle falde profonde”. Né vale il discorso che il biologico costa di più. Perché non si tiene conto dei costi dell’inquinamento dell’agricoltura convenzionale “che, in barba al principio di chi inquina paga, non sono addebitati a chi è responsabile delle contaminazioni delle nostre acque prima con l’atrazina e ora con il glifosato, ma vengono scaricati sulla collettività”.

Ora gli ultimi dati di scenario rilevati da Nielsen e presentati all’assemblea AssoBio che si è tenuta lo scorso 22 giugno a Milano confermano un trend assai positivo. Dopo un triennio eccezionale che ha visto un’impennata delle vendite a tassi annui tra il 18 e il 19%, il biologico rallenta, si fa per dire, perché comunque cresce a un tasso del 10,5% (e aumenta il suo peso nel food), a fronte di un settore alimentare che nel complesso cresce solo del 2,8%.

La crescente sensibilità del consumatore italiano nei confronti di uno stile di vita sano ed ecosostenibile si evince dai numeri: nell’ultimo anno 1,3 milioni di famiglie in più sono diventate consumatrici abituali. Il biologico entra ormai ogni settimana nel carrello di 6,5 milioni di famiglie (26% del totale); altrettanti sono diventati nuovi acquirenti: ormai acquistano almeno saltuariamente prodotti biologici 21,8 milioni di famiglie, l’88% del totale. I prodotti più richiesti nella Gdo sono uova, gallette di cereali soffiati, confetture e spalmabili a base frutta, bevande vegetali sostitutive del latte, olio extravergine d’oliva, latte fresco, pasta, frutta secca sgusciata, yogurt intero, biscotti.

Per quanto riguarda la distribuzione dei consumi: a crescere di più è il Sud (+19,7%), ma la penetrazione è ancora limitata al 2,1%; nel Nord Est il bio pesa per il 4,4% della spesa alimentare e cresce del 14,1%, al Centro il peso è del 3,6% e la crescita del 14,9%, a Nord Ovest quota del 3,5% e incremento del 12,1%.

Quello della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente è citato come motivo d’acquisto da 29 consumatori italiani su 100, mentre 34 segnalano la qualità superiore dei prodotti biologici.

Ma la motivazione centrale è la sicurezza: secondo Nielsen, 76 consumatori su 100 affidano al biologico le loro istanze in materia di salute, oltre a ritenere influenti fattori come la qualità, la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente.

Peraltro “l’Italia famosa nel mondo per il suo cibo – ha ricordato a Milano Roberto Pinton, segretario di AssoBio – è anche il maggior consumatore di pesticidi per unità di superficie in Europa occidentale”. Infatti ogni anno in Italia l’agricoltura convenzionale usa 148.651.423 kg di pesticidi di sintesi e 5.443.730.700 kg di fertilizzanti, equivalenti a 527 kg per ogni ettaro di suolo agricolo. Tradotto in numeri, vuol dire che per ogni chilo di prodotti che arrivano sulle nostre tavole sono impiegati più di 50 grammi fra pesticidi e fertilizzanti.

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