di Goffredo Galeazzi
Dopo la sentenza della giuria della California che ha condannato la Monsanto a risarcire con 289 milioni di dollari un giardiniere 46enne che dal 2014 è malato di un linfoma non-Hodgkin, un tumore del sistema linfatico, dopo aver utilizzato Roundup e Ranger Pro, a base di glifosato, la coalizione #Stopglifosato si interroga su come rilanciare la campagna per la messa al bando dell’erbicida.
Nonostante 1,3 milioni di firme raccolte nella Ue per vietarne da subito l’uso, la Commissione europea, con una decisione controversa, ha rinnovato l’autorizzazione per altri cinque anni, invece dei quindici richiesti, chiarendo che il glifosato non è un caso di ordinaria amministrazione e va tenuto conto della possibilità di una rapida evoluzione scientifica e tecnica in futuro. Proprio per questo la coalizione torna a ribadire, con la sua portavoce italiana Maria Grazia Mammuccini, che “la valutazione scientifica dei pesticidi per l’approvazione regolamentare dell’Ue si deve basare unicamente su studi pubblicati e indipendenti.
A livello nazionale, prosegue Mammuccini, “potremo seguire l’esempio della Francia che intende uscire dal glifosato entro tre anni”. Del resto è del singolo Stato membro la responsabilità di regolamentare l’utilizzo del glifosato e introdurre restrizioni o divieti. Come in Italia, dove dal 2016 è vietato l’uso del glifosato in parchi pubblici e parchi giochi, oltre che nelle fasi di pre-raccolta dei cereali in agricoltura.
E proprio alla Francia, “la Commissione Ue intende affidare il dossier sull’eliminazione dell’erbicida entro il 2022”. Quanto all’Italia, “può avviare un percorso che garantisca in tempi brevi il divieto di utilizzo del glifosato attraverso gli strumenti normativi ed amministrativi a disposizione – precisa Mammuccini – applicando subito il principio di precauzione”. Il precedente governo aveva annunciato il Piano glifosato zero antro il 2020 “ad oggi si potrebbe almeno seguire l’esempio della Francia che ha messo un termine al 2021”. Si può agire subito nell’ambito della revisione del Pan pesticidi, introducendo il divieto d’uso nei terreni confinanti con i corsi d’acqua e nei siti Natura 2000, togliendo il glifosato da tutti i disciplinari di produzione per escludere immediatamente dai premi dei Piani di sviluppo rurale le aziende che ne fanno uso. Insomma è possibile individuare i passaggi per il suo bando entro tre anni”.
Per la portavoce “è indispensabile rilanciare la campagna #Stopglifosato anche a livello europeo battendo finché è caldo il ferro della sentenza californiana, perché costituisce un riferimento molto importante per l’applicazione del principio di precauzione”. Ribadisce che il primo obiettivo “è modificare le procedure di approvazione dei pesticidi, basando le autorizzazioni su valutazioni scientifiche di autorità indipendenti e non sugli studi delle multinazionali, interessate a ottenere le autorizzazioni”. E qualche segnale la coalizione l’attende da Bruxelles. Dopo che la speciale commissione di trenta europarlamentari, incaricata di indagare sulle procedure di autorizzazione dei pesticidi da parte dell’Ue, ha mosso pesanti rilievi all’Efsa, l’autorità comunitaria per la sicurezza alimentare, perché “non è in grado di condurre le proprie valutazioni su tutte le possibili minacce alla salute umana potenzialmente causate da sostanze tossiche, cancerogene e nocive”, adesso anche l’Europarlamento riaccende i riflettori sulla vicenda dell’erbicida. Il 5 settembre sarà a Bruxelles Robert Kennedy jr., l’avvocato che ha vinto in primo grado la causa che ha condannato Monsanto a risarcire 289 milioni di dollari al giardiniere malato di linfoma non-Hodgkin. Kennedy parteciperà a una conferenza del Gruppo dei Verdi, organizzata a margine della Commissione speciale pesticidi dell’Eurocamera, che si riunirà il giorno dopo. Il 24 settembre, inoltre, la Commissione ospiterà in teleconferenza il procuratore generale del caso Monsanto Aimee H. Wagstaff. “Raccoglieremo materiale sulla sentenza su Monsanto in California – ha spiegato il presidente della Commissione Eric Andrieu – perché il processo con i Monsanto papers ha toccato anche questioni aperte nella Ue, come l’influenza delle grandi aziende private sul processo di autorizzazione dei pesticidi”.
In Italia, alla ripresa piena dell’attività politica, intendiamo fare il punto della situazione all’interno della coalizione, annuncia Mammuccini, per riprendere l’iniziativa chiedendo un incontro ai i tre ministri competenti, Agricoltura, Ambiente e Salute, per conoscere la posizione del governo, portando le nostre proposte e per chiedere incisive modifiche al Pan pesticidi.