di Goffredo Galeazzi
Ridotto drasticamente da 289 milioni di dollari a 78 il risarcimento da parte della Monsanto al giardiniere malato di linfoma non Hodgkin dopo l’uso di erbicidi Roundup e Ranger Pro, a base di glifosato. Ma la giudice Suzanne Ramos Bolanos di San Francisco ha confermato nel merito il verdetto di colpevolezza per l’azienda agrochimica Usa passata sotto il controllo della multinazionale Bayer.
Lo scorso agosto la Monsanto, giudicata colpevole all’unanimità e condannata, ha versato 289 milioni di dollari al 46 enne Dewayne Johnson, che per oltre 30 anni ha lavorato come giardiniere in varie scuole pubbliche della California e si è ammalato di cancro al sistema linfatico. Un tribunale di San Francisco aveva stabilito che causa della sua malattia fu l’uso dell’erbicida Roundup, un prodotto di Monsanto a base di glifosato, e che la multinazionale non lo avesse avvisato dei rischi che correva.
La giuria popolare del processo aveva condannato Monsanto a pagare a Johnson 250 milioni di dollari di danni punitivi (punitive damages, non previsti nell’ordinamento giudiziario italiano), oltre ai 39 milioni di dollari di risarcimento danni. Se Johnson accetterà la riduzione entro il 7 dicembre, non sarà necessario alcun nuovo processo. In caso contrario ci sarà un nuovo processo. Monsanto ha detto che in ogni caso farà ricorso contro la decisione.
Gli investitori la vedono come “una sconfitta a sorpresa per Bayer”, secondo il quotidiano Suddeutsche Zeitung, perché questa decisione potrebbe influenzare circa 8.000 procedure in corso negli Stati Uniti per i prodotti a base di glifosato di Monsanto.
Bayer intanto ha fatto sapere che la forte riduzione dell’indennizzo è stata “un passo nella giusta direzione”, ma continua a contestare radicalmente la pericolosità del glifosato e intende fare appello.