Un’altra grana per Macron. Dopo le clamorose dimissioni del ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot in polemica con i voltafaccia ambientali del presidente francese, ora arriva la conferma del cambio di linea dell’Eliseo. Sarà rivista la decisione di vietare in Francia l’uso del glifosato a partire dal primo gennaio 2021. La marcia indietro è stata annunciata dal presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, nel corso di un incontro programmato dopo le proteste dei gilet gialli.
Alla fine di maggio 2018, il governo e i parlamentari della Francia non avevano varato una legge per l’eliminazione totale del glifosato entro il 2021, ma avevano lanciato la palla al presidente. Per bandire dai campi l’erbicida più usato al mondo basta la parola di Macron, si disse allora. E a fine novembre 2017 Macron in un tweet aveva chiesto al governo di predisporre l’eliminazione dell’uso del glifosato in Francia “non appena trovate alternative, e al massimo entro tre anni”. Una presa di posizione che sembrava chiara, nonostante alcune ambiguità come lasciare uno spiraglio aperto a singole eccezioni alla regola del bando.
Giovedì scorso il colpo di scena. Interpellato nel corso di un incontro, il presidente ha dichiarato che la Francia non sarebbe stata in grado di fare a meno del tutto del glifosato entro tre anni, perché “uccideremmo la nostra agricoltura. Dobbiamo prendere atto del fatto che senza il glifosato alcuni settori produttivi non potrebbero reggere sotto il profilo economico”. Ha quindi invitato a usare prodotti alternativi per non utilizzare più questo erbicida classificato come “probabile cancerogeno” dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
La marcia indietro del presidente ha irritato gli ambientalisti. “Se Emmanuel Macron ha impedito di inserire il divieto per legge, è perché è contro. Lo sapevamo. Ora abbiamo la prova “, ha affermato il presidente di Generation Ecology ed ex ministro dell’Ecologia Delphine Batho, su Twitter. “È urgente e necessario legiferare per attuare una rapida eliminazione dei pesticidi”, ha chiesto la Foundation for Nature and Man (ex Fondazione Nicolas Hulot). Aggiungendo che “l’agricoltura biologica sa come fare a meno del glifosato e paga meglio i suoi contadini”.
Ha reagito anche la Ong Générations futures: “Sembra che si stia facendo una scelta per calmare la situazione e non aprire un nuovo fronte in un periodo di protesta con i giubbotti gialli, ma questo non è il modo in cui dovremmo fare politica ambientale e sanitaria. Pensiamo che, anche se può apparire difficile, ci dovrebbe essere una politica a lungo termine”.
L’apertura di Macron arriva in netto contrasto con la recente sentenza del Tribunale amministrativo di Lione che la scorsa settimana ha revocato l’autorizzazione alla vendita dell’erbicida Roundup Pro 360 a base di glifosato, prodotto dalla Monsanto.