Conto alla rovescia per gli insetti del pianeta? È l’allarme lanciato dagli scienziati. Secondo il report decisamente drammatico pubblicato sulla rivista Biological Conservation, l’uso eccessivo dei pesticidi, unito agli effetti del riscaldamento globale, sta contribuendo a quella che è definita la sesta estinzione di massa. Più del 40% delle specie di insetti nel mondo rischia di estinguersi nelle prossime decadi, secondo la ricerca – riportata dal Guardian – la riduzione va avanti velocemente, al ritmo del 2,5% all’anno. Il tasso di estinzione è otto volte più veloce di quello di mammiferi, uccelli e rettili. I ricercatori suggeriscono, quindi, “un ripensamento urgente delle attuali pratiche agricole, in particolare una seria riduzione dell’uso di pesticidi e la sua sostituzione con pratiche più sostenibili ed ecologiche. Inoltre, dovrebbero essere applicate tecnologie efficaci di bonifica, per pulire le acque inquinate sia in ambienti agricoli che urbani”.
“Siamo arrivati a un tasso di perdita annuale del 2,5% negli ultimi 25-30 anni ed è scioccante – spiegano i ricercatori- è tutto molto rapido: tra 10 anni avremo un quarto in meno della popolazione di insetti, tra 50 anni metà in meno e tra 100 anni non ne avremo più”.
Il pianeta è all’inizio della sesta estinzione di massa della storia, con enormi perdite già segnalate negli animali più grandi che sono più facili da studiare. Ma gli insetti sono di gran lunga gli animali più svariati e abbondanti, che superano l’umanità di 17 volte.
Fra le cause principali di declino delle specie, la ricerca indica la perdita dell’habitat e la conversione all’agricoltura intensiva e all’urbanizzazione; inquinamento, principalmente da pesticidi e fertilizzanti sintetici; fattori biologici, inclusi agenti patogeni e specie introdotte; cambiamento climatico.
La ricerca indica che negli ecosistemi terrestri, i lepidotteri, gli imenotteri e gli scarabei stercorari sembrano essere i più colpiti, mentre i più minacciati fra gli insetti acquatici sono Odonati, Plecotteri, Trichotteri ed Epemerotteri, che hanno già perso una parte considerevole di specie.