Una pioggia di milioni sull’agricoltura chimica

Nel 2016 ammontava a oltre 600 milioni l’agevolazione IVA per fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Il ministero dell’Ambiente al lavoro per una revisione del catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi


Dopo aver annunciato a giugno che il ministero dell’Ambiente era al lavoro per una revisione del catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD), a ottobre il ministro Sergio Costa ha frenato l’entusiasmo di chi attendeva un documento a breve. Confermando che il ministero era ancora al lavoro.

In attesa che il Minambiente metta a punto il nuovo catalogo, la presidenza del Senato ha assegnato ai primi di ottobre alla commissione Ambiente una serie di dossier tra cui (atto n. 90) quello sul tema dei sussidi ambientalmente dannosi, sulle problematiche e sulle ricadute ambientali nella produzione e nella gestione del recupero e del riciclo dei rifiuti anche speciali e pericolosi, e sulle problematiche ambientali relative alla gestione e al trattamento delle acque, anche reflue.

L’ultimo censimento dei sussidi ambientalmente dannosi risale al 2016 e una parte importante fa riferimento all’ambito del regime di IVA agevolata al 4% e al 10% che “non rappresenta un vero e proprio sussidio ma esercita un effetto di prezzo sui beni agevolati”. Secondo il documento del Minambiente “l’agevolazione IVA, concessa a determinati beni e servizi per finalità generalmente non ambientali, riduce lo stimolo di prezzo a razionalizzare i consumi e utilizzare in maniera più efficiente tali beni e servizi da parte dei consumatori”. Questo effetto “è tanto più dannoso sotto il profilo ambientale quanto maggiori sono gli effetti ambientali negativi associati all’uso e produzione di determinati beni e servizi”.

Nel 2016 l’effetto finanziario dell’IVA agevolata per i prodotti fitosanitari (erbicidi, insetticidi, fungicidi, pesticidi e altri), è risultato pari a 191,3 milioni di euro. Questa agevolazione IVA, (ovvero minori introiti fiscali per lo Stato) è un sussidio “gravemente dannoso per l’ambiente (SAD)” perché favorisce gli effetti ambientali e sanitari associati al loro utilizzo e riduce lo stimolo di prezzo per un loro uso il più possibile limitato, a discapito di pratiche agricole biologiche. Per questi prodotti altamente nocivi per la salute umana e la biodiversità, suggerisce il ministero nel suo documento, l’IVA dovrebbe essere ad aliquota ordinaria, invece che ridotta.

C’è poi da considerare l’IVA agevolata al 4% sia per i fertilizzanti in generale (SAD) sia per gli organismi considerati utili per la lotta biologica in agricoltura (Sussidi ambientalmente favorevoli, SAF). Ma ancora una volta il bilancio è fallimentare perché tende a far aumentare l’inquinamento invece che a combatterlo: la stima relativa al 2016 contenuta nel catalogo indica che per i SAD la spesa (il minor introito fiscale) è di 447,84 milioni, per i SAF di 24,26 milioni.

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