Le nocciole inquinano i laghi: interrogazione alla Ue

Le coltivazioni intensive di nocciole nel Viterbese intorno ai laghi di Vico e Bolsena sono al centro di  un’interrogazione rivolta alla Commissione europea.

Alla base di questa vicenda c’è una evidente contraddizione. I laghi di Vico e Bolsena fanno parte della Rete Natura 2000, una rete europea di aree naturali destinata alla tutela di specie e habitat naturali di interesse comunitario. Non lo sono però le aree limitrofe ai laghi nelle quali  aumentano sempre di più  le superfici dedicate alle coltivazioni intensive di noccioleti.  La cosa è ancor più grave in quanto i laghi di Vico e di Bolsena sono di origine vulcanica: sono situati in caldere e privi di immissari in superficie, in pratica si alimentano dell’acqua piovana e delle acque di ruscellamento. E questo è il punto: la rete Natura 2000 comprende i laghi di Vico e di Bolsena ma non le aree che vi convogliano le piogge.

“È come se fossero in fondo a degli imbuti. La pioggia – ricorda Dario Tamburrano (europarlamentare del Movimento 5 stelle) autore dell’interrogazione – conduce verso i due specchi d’acqua i fitofarmaci sparsi entro le rispettive caldere vulcaniche. I due laghi fanno parte della rete europea Natura 2000, aree ove la UE impone precauzioni per l’uso dei pesticidi. Non mi risulta che queste precauzioni siano adottate: mi risulta anzi che intorno ai due specchi d’acqua stiano ampliandosi le coltivazioni intensive di nocciole, le quali sono di regola caratterizzate da un notevole impiego di fitofarmaci di sintesi”.

“La UE prescrive che vengano adottate tutte le misure necessarie per proteggere la rete Natura 2000”, conclude Tamburrano, ”fra le quali appunto la riduzione dell’impiego dei pesticidi, indipendentemente dal fatto che queste misure vadano applicate solo all’interno o anche al di fuori dei siti protetti”.

In Italia sono oltre 2.500 i siti italiani della Rete Natura 2000: coprono il 21% del territorio nazionale, il 25% nel Lazio.

 

 

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