Anche il Brasile potrebbe presto mettere al bando alcuni pesticidi considerati pericolosi per la salute dei consumatori. Il Paese guidato da Bolsonaro potrebbe così aggiungersi alle nazioni che stanno prendendo misure per limitare o, in alcuni casi, eliminare l’utilizzo di fitofarmaci in agricoltura.
Sarà l’Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria brasiliana (Anvisa) l’organo chiamato a valutare il grado di rischio per la salute di alcuni prodotti chimici usati in agricoltura. E potrebbe decidere di ritirare i prodotti dal mercato entro il 2020. A finire sotto accusa, in particolare, sarebbero quattro composti chimici di cui però ancora non si conosce il nome. L’agenzia ha spiegato che l’elenco dei composti che saranno riesaminati ed eventualmente banditi sarà diffuso a breve.
Il rischio, hanno spiegato dall’Anvisa, verrà valutato grazie all’assegnazione di un punteggio calcolato in base ai principi attivi contenuti nella formula del prodotto.
I criteri per il riesame sono stati discussi martedì scorso a Brasilia da rappresentanti di Anvisa, del ministero dell’Agricoltura e dell’Istituto brasiliano di ambiente e risorse rinnovabili (Ibama). Come si deciderà di mettere al bando un prodotto? La metodologia terrà conto del rischio di provocare cancro o danni genetici facendo riferimento alle valutazioni di enti internazionali come l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (Usepa).
A differenza di altri prodotti regolamentati da Anvisa, la registrazione dei pesticidi non prevede la revisione o il rinnovo. Una volta entrati nel registro i prodotti possono essere usati e resteranno a disposizione dei coltivatori. Pertanto, secondo l’agenzia, la revisione sarà “fondamentale per la protezione della salute della popolazione” e per eliminare sostanze “con un grado di tossicità che non è più accettabile”.
Vale la pena ricordare che in Brasile, a inizio anno, era stata autorizzata l’immissione sul mercato di 28 nuovi pesticidi. Peraltro, in alcuni casi, parliamo di sostanze già vietate nell’Unione europea o negli Stati Uniti perché considerate troppo tossiche. Nella lista c’è anche il Sulfoxaflor, fitofarmaco vietato negli Stati Uniti perché ritenuto responsabile dello sterminio delle api. E ancora: l’Imazethapyr e il Sulfentrazone, vietati nell’Unione europea.
Ovviamente permettere l’utilizzo di sostanze vietate in altri continenti, metterebbe a rischio anche il commercio di prodotti brasiliani. Un rischio che il governo non intenderebbe correre.