Anche l’Efsa ritiene che il pesticida clorpirifos abbia effetti genotossici e neurologici, suffragati da dati epidemiologici che indicano effetti nei bambini. E quindi non soddisfa i criteri previsti dalla legislazione per il rinnovo della sua autorizzazione all’uso nell’Unione europea.
Richiesta di un parere nel luglio 2019 da parte della Commissione europea, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, in un documento scientifico, afferma che non è possibile fissare un livello di esposizione sicuro – o valore di riferimento tossicologico – per il clorpirifos. Il periodo di approvazione del clorpirifos termina a gennaio del 2020 e la domanda di rinnovo dei produttori è attualmente al vaglio della revisione prevista dal sistema Ue per l’approvazione dei pesticidi.
Il documento dell’Efsa raccoglie una sintesi dei principali risultati dell’incidenza dei pesticidi sulla salute umana, dopo un confronto degli esperti sulla tossicità dei pesticidi sui mammiferi, e sintetizza alcune considerazioni aggiuntive, esprimendosi sulla possibilità che la sostanza attiva soddisfi i criteri di approvazione applicabili alla salute umana, come stabilito dal regolamento comunitario.
Durante la riunione degli esperti di pesticidi Peer Review del primo aprile 2019, tutti gli esperti, tranne uno, hanno convenuto sulla genotossicità potenziale del clorpirifos. In particolare restano inalterate le preoccupazioni sollevate dal clorpirifos in materia di anomalia cromosomica e danno al Dna. Inoltre la prova epidemiologica supporta l’allarme sull’incidenza del pesticida sullo sviluppo neurologici nei bambini.
Ne consegue, dichiara l’Efsa, che i valori tossicologici di riferimento non possono essere impostati a causa della palese potenziale genotossicità del clorpirifos. Quindi in assenza di valori tossicologici di riferimento, non può essere condotta una valutazione del rischio per consumatori, operatori, lavoratori, residenti. Inoltre, gli effetti tossicologici registrati soddisfano i criteri di classificazione del clorpirifos come sostanza tossica per la riproduzione.
Per l’Efsa, pertanto, non sono soddisfatti i criteri di approvazione applicabili per la salute umana, come stabiliti nell’articolo 4 del regolamento (CE) 1107/2009.