Il mondo del biologico continua a correre, ma rallenta il settore degli alimenti. Dopo anni di crescita, nel 2018 le attività legate al cibo bio sono diminuite da 9.075 a 9.044 (-0,3%), contro il +6% dell’anno precedente. Mentre è sempre la cosmesi a trainare la crescita con 1.070 attività contro le 926 del 2017 (+15,6%). Lo evidenzia il Rapporto Bio Bank 2019 che come ogni anno ha raccolto i dati di oltre 9 mila aziende attive nel mondo del biologico tra negozi specializzati, siti di e-commerce, ristoranti, mense, mercatini, gruppi d’acquisti solidale, aziende con vendita diretta e agriturismi.
Dal 2009 al 2018 il mercato interno è passato da 1,6 a 4,1 miliardi di euro (+164%). Nell’ultimo anno la crescita è stata del 15,1%. E corre anche l’export, passato da 1 a 2,3 miliardi di euro: +127% in dieci anni, +10% nel 2018 (elaborazioni Bio Bank su dati Assobio, Ice, Ismea, Nielsen e Nomisma).
Fino a una decina di anni fa il cibo proveniente da agricolture o allevamenti biologici era considerato quasi di nicchia, basti pensare che il 45% di questi prodotti era venduto da piccoli negozi specializzati.
In un decennio le vendite nei canali specializzati del biologico (negozi bio, ristorazione e varie forme di vendita diretta) sono quasi raddoppiate, mentre quelle degli altri canali (in primis supermercati, poi anche negozi tradizionali, erboristerie, farmacie e parafarmacie) sono più che quadruplicate. Continua anche la marcia dei portali per la vendita online di prodotti bio che, negli ultimi cinque anni, hanno registrato una crescita di oltre il 56%, passando dai 240 siti del 2014 ai 375 del 2018.
Come l’anno precedente, la seconda migliore performance è quella dei ristoranti bio che nello stesso periodo sono aumentati del 36,5%. Seguono le mense biologiche (+12,5%), i mercatini (+6,8%) e i negozi specializzati (+0,4%). Male, invece, le aziende bio con vendita diretta, che registrano un calo dell’1,6%. Continua il trend negativo anche per gli agriturismi (-5,6%) e per i gruppi di acquisto (-10,5%). Dati che emergono direttamente dai censimenti Bio Bank degli ultimi cinque anni.
Il cibo biologico è anche arrivato nelle mense scolastiche, con il ministero delle Politiche Agricole che, nel marzo 2018, ha stanziato 10 milioni l’anno per aggiungere questi alimenti nei pasti dei bambini a scuola.
Prosegue la fase espansiva della cosmesi bio, dove le attività sono più che raddoppiate negli ultimi cinque anni: erano 458 quelle rilevate nel 2014, sono salite a 1.070 nel 2018, con un incremento del 133,6%. Sempre in testa le profumerie bio, praticamente triplicate, passando dalle 104 del 2014 alle 304 del 2018 (+192,3%). A ruota i siti di e-commerce, passati da 104 a 285 (+174%). Rilevante anche l’aumento delle aziende di cosmesi naturale e biologica e detergenza ecologica, che quasi raddoppiano, salendo da 250 a 481 (+92,4%).
Quasi quattro attività biologiche su dieci si concentrano in sole tre Regioni italiane, le stesse dell’anno precedente dove si concentrano 3.871 attività sul totale di 10.114. In testa alla classifica per numero assoluto di aziende si piazza la Lombardia, con 1.418 imprese censite nel 2018, una in più rispetto al 2017. Segue l’Emilia Romagna, con 1.325 attività, e la Toscana, dove se ne contano 1.128.
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