La Corte: “Troppo timida la politica Ue sui pesticidi”

Stando a una nuova relazione della Corte dei conti europea, l’Unione europea è in ritardo sulla misurazione e riduzione dei rischi derivanti dall’uso dei pesticidi

di Goffredo Galeazzi


I progressi nella misurazione e nella riduzione dei rischi derivanti dall’uso dei pesticidi nell’Ue sono stati limitati. Vari Stati membri hanno recepito in ritardo l’insieme delle disposizioni della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, mentre gli agricoltori sono ancora poco incentivati ad adottare metodi alternativi. In aggiunta, la Commissione europea non ha la possibilità, secondo la Corte, di monitorare con precisione gli effetti o i rischi dovuti all’uso di pesticidi. E’ circostanziata l’accusa contenuta nella nuova relazione della Corte dei conti europea sulla regolazione e l’uso dei prodotti fitosanitari nell’Unione europea.

Dal momento che l’Ue dispone dal 1991 di norme comuni per l’autorizzazione e l’utilizzo dei pesticidi e nel 2009 ha adottato la direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, la magistratura contabile ha voluto verificare se l’azione dell’Unione europea al riguardo abbia avuto un esito positivo. Ebbene, complessivamente il risultato è negativo.

Recepita in ritardo la direttiva Ue

Vari Stati hanno recepito in ritardo la direttiva nel diritto nazionale e, nel 2012, sono state avviate procedure di infrazione nei confronti di due Paesi. La Corte ha inoltre constatato che la Commissione europea non ha debitamente verificato la completezza o l’esattezza del recepimento. Ad esempio, non tutti gli Stati membri hanno recepito nel diritto nazionale l’obbligo per gli agricoltori di applicare la difesa integrata.

La Corte riconosce però che, dal 2016, la Commissione ha intensificato gli interventi per far rispettare l’attuazione della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi. In linea con la direttiva, la difesa integrata è divenuta obbligatoria per gli agricoltori: il ricorso ai pesticidi è permesso solo se la prevenzione e altri metodi falliscono o non sono efficaci. Non sono però stabiliti criteri chiari o requisiti specifici che aiutino a rendere esecutivo questo obbligo e a verificarne il rispetto. Parallelamente, è stata creata una categoria di “prodotti fitosanitari a basso rischio”. A oggi, tuttavia, sono disponibili all’impiego solo 16 sostanze di questo tipo su 487 (3 %) e non sono sufficienti, sostiene la Corte.

Pochi controlli sui rischi dei pesticidi

La reprimenda della Corte evidenzia inoltre che gli agricoltori sono poco incentivati a ridurre la propria dipendenza dai pesticidi. In particolare – segnala la magistratura europea – l’applicazione dei princìpi di difesa integrata non è prevista come condizione per percepire i pagamenti Politica agraria comunitaria (Pac). “La Commissione europea non è stata capace, finora, di ridurre in misura consistente e controllare i rischi associati all’impiego di pesticidi da parte degli agricoltori”, ha dichiarato Samo Jereb, il membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “C’era l’opportunità di risolvere adeguatamente questo problema grazie alla nuova politica agricola comune che entrerà in vigore nel 2021, ma purtroppo non è stata colta”.

La Corte ha rilevato che le statistiche sulle sostanze attive e sul loro uso pubblicate dalla Commissione (Eurostat) non sono abbastanza dettagliate per essere utili. Né i dati forniti dagli Stati sono sufficientemente armonizzati o aggiornati. Infine, gli indicatori nazionali per misurare i rischi e l’impatto che alcuni Paesi hanno sviluppato non sono comparabili nell’intera Ue. I tentativi iniziali della Commissione di sviluppare questi indicatori a livello Ue non hanno avuto successo per la mancanza di dati pertinenti. I primi due indicatori di rischio a livello Ue sono stati introdotti solo nel novembre 2019, dieci anni dopo l’adozione della direttiva, e nessuno dei due tiene conto del modo, del momento e del luogo in cui i pesticidi sono utilizzati. Alla Commissione, pertanto, manca ancora una solida base di dati concreti per stabilire se la direttiva abbia conseguito l’obiettivo dell’Ue di rendere sostenibile l’uso dei pesticidi, conclude la Corte.

Poiché la Commissione europea sta attualmente valutando la legislazione in questo settore d’intervento a fronte della crescente preoccupazione manifestata dai cittadini e nelle aule parlamentari, la Corte raccomanda di: verificare la difesa integrata a livello di azienda agricola; consentire il collegamento della difesa integrata ai pagamenti a titolo della nuova Pac; migliorare le statistiche sui prodotti fitosanitari; sviluppare migliori indicatori di rischio.

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