Per salvaguardare l’ambiente si può ledere la libertà di fare impresa. Il Consiglio costituzionale francese, l’equivalente della nostra Corte costituzionale, ha emesso a fine gennaio una sentenza storica sui pesticidi: ha stabilito che le esigenze di tutela dell’ambiente possono limitare la libertà imprenditoriale.
La questione posta al vaglio dei giudici era relativa al divieto di produrre in Francia, per l’esportazione, pesticidi vietati nell’Unione europea. Una disposizione adottata il 30 ottobre del 2018, nell’ambito della legge sull’agricoltura e l’alimentazione, con decorrenza a partire dal 2022. La norma proibisce la produzione, lo stoccaggio e la circolazione di prodotti fitosanitari contenenti sostanze attive non autorizzate in Europa, a tutela della protezione della salute umana o animale o della conservazione dell’ambiente.
Il ricorso contro la normativa era stato depositato nel novembre del 2019 dall’associazione delle imprese produttrici di pesticidi (Uipp) che riunisce Bayer, Syngenta, Basf e tutti i produttori in Francia di prodotti fitosanitari. L’associazione aveva eccepito sulla costituzionalità della norma sostenendo che “il divieto di esportazione, per la gravità delle conseguenze in capo alle aziende del settore, è contrario alla libertà di fare impresa”, garantita in Francia.
Di diverso avviso il Consiglio costituzionale. Il legislatore ha diritto di conciliare “gli obiettivi di protezione dell’ambiente e della salute pubblica sanciti dalla Carta con l’esercizio della libertà di iniziativa economica”. E le norme devono prendere in considerazione “anche gli effetti che le attività esercitate in Francia possono produrre sull’ambiente all’estero”. Insomma non ci si può nascondere dietro al fatto che i pesticidi non sono prodotti con l’obiettivo di essere utilizzati sul territorio europeo.
“Si tratta di un’eccellente notizia, che conferisce una forza giuridica inedita agli obiettivi di salvaguardia ambientale e ci permette di agire per l’ecologia su scala planetaria”, ha commentato il ministro della Transizione ecologia di Parigi Elisabeth Borne. Secondo l’Uipp, invece, si è trattato di una “decisione unilaterale, dal momento che siamo il solo Paese al mondo ad avere una legge che impedisce la fabbricazione e l’esportazione di prodotti destinati a nazioni al di fuori dell’Unione europea”.
Come l’atrazina, un diserbante utilizzato nei campi di mais il cui uso è vietato nell’Unione europea dal 2003 a causa del suo potenziale cancerogeno, un interferente endocrino con effetti deleteri sullo sviluppo intrauterino, molti pesticidi proibiti sono ancora prodotti in Francia con l’obiettivo di essere venduti principalmente nei Paesi in via di sviluppo, e in particolare in Africa.