“La futura Politica agricola comune (Pac) propone un approccio moderno e semplificato per consentire all’agricoltura dell’Ue di soddisfare le esigenze economiche, sociali e ambientali in continua evoluzione di un mondo globalizzato. Nella sua proposta, la Commissione europea delinea una visione di una Pac più mirata, più flessibile e più efficace“. Lo ha annunciato oggi l’esecutivo Ue. Per raggiungere questo traguardo “è fondamentale un nuovo modo di lavorare”.
Due importanti prese di posizione arrivano oggi. La prima della commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, nel corso della presentazione della nuova strategia Ue per la biodiversità e del pacchetto Farm to Fork ha detto: “L’agricoltura è responsabile del 10,3% delle emissioni di gas serra, quindi la strategia Farm to Fork è essenziale per il Green Deal europeo”. La commissaria ha quindi indicato gli obiettivi per il 2030: “Ridurre uso dei pesticidi del 50% e dei fertilizzanti almeno del 20%, ma anche aumentare al 25% della superficie agricola Ue la terra coltivata secondo i metodi dell’agricoltura biologica e ridurre l’uso degli antibiotici del 50% negli allevamenti”.
Il secondo – fondamentale – appoggio ad un cambio di rotta è arrivato dal vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans. Sempre nel corso della presentazione della nuova strategia Ue per la biodiversità e del pacchetto Farm to Fork ha detto: “Portare la superficie Ue dedicata all’agricoltura biologica al 25% del totale delle terre agricole credo che sia fattibile oltre che necessario”. Attualmente siamo all’8%.
“Nove obiettivi comuni dell’Ue hanno posto le basi della politica, riflettendo l’alta ambizione dell’Unione per la Pac nel suo complesso”. Dalla conservazione della biodiversità alla garanzia di un reddito equo, dal sostegno al rinnovamento generazionale all’azione contro il cambiamento climatico, gli obiettivi “coprono un’ampia gamma di questioni che mirano ad affrontare le sfide ambientali, sociali ed economiche emergenti”. Per raggiungerli, la Commissione europea presenta agli Stati membri “una serie di strumenti, requisiti per il loro utilizzo e indicatori per misurare i progressi compiuti”. La politica sposta l’accento “dalla conformità e dalle regole verso i risultati e le prestazioni”. L’approccio unico è sostituito “da un sistema più
flessibile, con una maggiore libertà per i Paesi dell’Ue di decidere come meglio raggiungere gli obiettivi comuni e, allo stesso tempo, rispondere alle esigenze specifiche dei loro agricoltori e delle comunità rurali. È qui – si legge – che entrano in gioco i piani strategici della Pac”.
“I piani strategici della Pac – spiega Bruxelles – offriranno agli Stati membri un’autentica sussidiarietà per rispecchiare meglio la loro particolare situazione e per garantire un settore agricolo più resistente in Europa”. Come primo passo, i Paesi Ue “producono una valutazione approfondita delle loro esigenze sulla base di un’analisi dei punti di forza, delle debolezze, delle opportunità e delle minacce (Analisi Swot) del loro territorio e del settore agroalimentare”. Nell’ambito di un nuovo dialogo strutturato, la Commissione “fornirà agli Stati membri raccomandazioni su misura per la preparazione dei loro piani strategici della Pac, compresa la definizione di obiettivi specifici che tengano conto degli obiettivi della Politica agricola e di altre normative Ue, come l’European Green Deal”. Un’analisi delle future proposte della Pac “ne conferma la compatibilità con il Green Deal dell’Ue e con le strategie associate Farm to Fork e Biodiversity”.