In Messico il glifosato sarà completamente fuori legge nel 2024. Questo l’annuncio del governo messicano che ha deciso di eliminare nell’arco di quattro anni l’uso e l’importazione di tutti i fitofarmaci che contengono glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo.
Già a novembre dello scorso anno il Semarnat – il Segretariato per l’ambiente e le risorse naturali – aveva bloccato l’importazione di 1.000 tonnellate di glifosato. Ora, alla luce di numerosi studi che hanno attestato la tossicità del glifosato e gli impatti sulla salute e sull’ambiente, il Semarnat ha fatto il passo successivo adottando misure per ridurre l’uso di questa sostanza fino ad arrivare a un divieto totale nel 2024.
Una decisione presa sulla base del principio di precauzione secondo il quale “laddove un’attività solleva minacce di danni all’ambiente o alla salute umana, dovrebbero essere prese misure precauzionali anche se alcune relazioni di causa ed effetto non sono completamente stabilite scientificamente”.
Nel caso del glifosato le prove sono parecchie. Oltre alla posizione dello Iarc (l’International Agency for Research on Cancer) che nel 2015 ha classificato il glifosato come sostanza probabilmente cancerogena, altri studi successivi hanno evidenziato il collegamento esistente tra l’esposizione al glifosato e il rischio di sviluppare linfoma non Hodgkin. Tra gli ultimi una ricerca dell’Università di Washington del febbraio 2019 che ha quantificato per questa malattia un rischio accresciuto del 41%.
E il cancro non è l’unica patologia collegata all’esposizione al glifosato. Numerosi studi lo hanno connesso a problemi endocrini, a danni renali ed epatici, così come al rischio di sviluppare malattie degenerative come il morbo di Parkinson.
“Questa decisione è uno dei passi per trasformare il sistema agroalimentare del Paese per renderlo più sicuro, più sano e più rispettoso dell’ambiente”, ha dichiarato Víctor M. Toledo, ministro dell’Ambiente del Messico. “Il Paese analizzerà le alternative al glifosato, soprattutto concentrandosi sulle esperienze di gestione e sulle pratiche utilizzate dagli agricoltori nelle comunità indigene per migliaia di anni”.
Resta da vedere quale sarà la reazione degli Usa alla decisione del Messico. L’amministrazione statunitense ha già provato a ostacolare i Paesi che avevano bandito l’impiego di pesticidi. Poche settimane fa ad esempio Donald Trump, assieme al presidente brasiliano Bolsonaro, ha esercitato forti pressioni sulla Thailandia per farla recedere dalla decisione di vietare le importazioni di paraquat e clorpirifos . Un passo che avrebbe messo a rischio le esportazioni statunitensi e brasiliane di soia e grano per un valore di oltre un miliardo di dollari all’anno (dati United Nations Comtrade 2019).