Per Karl Bär e Alexander Schiebel l’accusa è di diffamazione. Per loro – querelati dall‘assessore all‘Agricoltura della Provincia autonoma di Bolzano, Arnold Schuler, e da numerosi agricoltori locali – il processo inizia il 15 settembre 2020.
Chi sono gli accusati
Alexander Schiebel è uno scrittore e cineasta austriaco, autore del libro “Das Wunder von Mals” (Il miracolo di Malles). Karl Bär è referente per la politica agricola dell‘Umweltinstitut München (Istituto per l’Ambiente di Monaco di Baviera).
L’accusa nasce dal loro impegno e dalla loro volontà di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul largo impiego di pesticidi in Alto Adige. Un fatto reale e incontrovertibile se si pensa che in Alto Adige/Südtirol oltre 18 mila ettari di terreno agricolo sono utilizzati per la melicoltura. Ogni anno si raccolgono più di 900 mila tonnellate di mele: quasi la metà della produzione italiana e circa il 10% di quella dell‘Unione europea. Una produzione intensiva che comporta necessariamente l‘impiego di grandi quantità di pesticidi. Un dato peraltro confermato dai recenti dati Istat secondo cui nella provincia di Bolzano la vendita di pesticidi in rapporto alla superficie trattabile supera di oltre sei volte la media nazionale.
Il racconto del miracolo di Malles
La vicenda approdata nelle aula di tribunale parte dal libro di Alexander Schiebel, “Il miracolo di Malles”, appunto, che racconta la vicenda di questo piccolo Comune altoatesino, primo in Italia a bandire i pesticidi in seguito a un referendum locale.
Nel libro e nel successivo film, Schiebel presenta gli ideologi, gli attivisti e gli agricoltori biologici raccontando la storia della loro lotta. Il libro pubblicato nel 2017 ha ricevuto una notevole attenzione, influenzando la narrazione del caso di Malles in Germania, Austria e Italia. E ottenendo così, nello stesso anno, la querela dell’assessore provinciale all’Agricoltura Arnold Schuler nei confronti dell’autore Schiebel e dell’editore Jacob Radloff.
La campagna di denuncia nelle strade di Monaco
Sempre nello stesso anno, per sensibilizzare l’opinione pubblica tedesca sul largo impiego di pesticidi in Alto Adige, l’Istituto per l’Ambiente di Monaco di Baviera ha lanciato la campagna “Pestizidtirol”, esponendo un manifesto di denuncia presso la fermata della metropolitana di Karlsplatz a Monaco di Baviera. Ancora una volta la risposta dell’assessore Schuler è stata la querela per diffamazione.
Il vero obiettivo
Secondo gli imputati e i loro avvocati queste querele costituiscono un grave attacco alla libertà di espressione. “Appare evidente che in Alto Adige/Südtirol, oltre ad un problema ambientale legato all’uso massiccio di pesticidi in agricoltura, ci sia un problema di democrazia”, sostiene Karl Bär. “Le denunce e le azioni legali contro l’Umweltinstitut sono prive di fondamento e hanno un solo obiettivo: silenziare il dibattito pubblico sull’uso dei pesticidi, sostanze riconosciute come dannose per la salute e l’ambiente”.
“Arnold Schuler abusa della sua posizione politica prostrandosi agli interessi della potente lobby della mela altoatesina”, denuncia Alexander Schiebel. “La giunta provinciale e gli agricoltori tradizionali pensano di poter nascondere sotto il tappeto il massiccio uso di pesticidi nelle monocolture altoatesine, comprese le conseguenze per l’uomo e l’ambiente. Oggi, chi si oppone all’uso di pesticidi chimico-sintetici sul territorio provinciale viene attaccato duramente e prevale un clima di paura. Ma non riusciranno a zittirci”.
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