Circa due settimane fa, proprio il giorno in cui si era tenuta la prima udienza del procedimento giudiziario contro Karl Bär, referente per le politiche agricole e commerciali dell’Umweltinstitut, l’assessore all’Agricoltura alto atesino Arnold Schuler si era detto pronto a ritirare la querela contro l’Umweltinstitut e quella contro Alexander Schiebel e l’editore Jacob Radloff per il libro di denuncia sui rischi legati all’uso massiccio di pesticidi. Riconoscendo più utile per tutti affrontare sul territorio e non nelle aule di tribunale una questione tanto importante come l’uso di pesticidi viste le ripercussioni sulla salute, ambiente, economia.
A distanza di 15 giorni invece c’è stato un deciso dietrofront da parte di Schuler. I legali dell’assessore hanno infatti dichiarato l’impossibilità di rispettare la parola data e quindi di ritirare le querele. Quali le ragioni di questo voltafaccia?
Secondo Schuler le azioni, le email e i video degli interessati diffusi dai media in questi giorni hanno dimostrato la reale mancanza di volontà da parte dei querelati di arrivare a un accordo fuori dal tribunale. Trattativa fallita, quindi. Il processo continua.
“Se la controparte sostiene pubblicamente che le trattative sono fallite a causa delle dichiarazioni dei miei clienti apparse sui social media, siamo di fronte a una falsità. Chiediamo quindi agli avvocati del signor Schuler di rinunciare alla riservatezza dei messaggi intercorsi tra le due parti, così che ognuno possa constatare quale sia la vera ragione per cui Schuler e i co-querelanti continuano a farci causa”, replica Nicola Canestrini, avvocato difensore.
In realtà – precisano i due attivisti anti pesticidi – il ritiro della querela era soggetto al rispetto di alcune condizioni stabilite dai legali dell’assessore. Condizioni che di fatto avrebbero non solo limitato il diritto alla libertà di espressione e di critica degli imputati, ma soprattutto avrebbero ridotto la possibilità di far conoscere la reale entità dei pesticidi usati in Alto Adige Südtirol. Cioè il fatto che nella provincia di Bolzano la vendita di pesticidi in rapporto alla superficie trattabile supera di oltre sei volte la media nazionale.
E’ evidente che un accordo bastato su queste condizioni non poteva essere accolto. “L’assessore Schuler ha tentato di obbligarci a nascondere all’opinione pubblica i dati sul reale utilizzo dei pesticidi in Alto Adige Südtirol. Questo dimostra quanto l’assessore e la lobby della mela altoatesina temano che la verità sull’uso dei pesticidi nelle piantagioni di frutta dell’Alto Adige Südtirol venga a galla”, ha dichiarato Karl Bär. “È chiaro che non acconsentiremo a tale richiesta. Ancora una volta possiamo riscontrare che, fin dall’inizio, questo processo non è stato altro che un tentativo di intimidazione nei confronti di chi critica l’uso dei pesticidi in Alto Adige Südtirol. Questa tattica non funziona. Non riusciranno a metterci una museruola”.
“Arnold Schuler ha mentito pubblicamente riguardo al ritiro delle querele a nostro carico”, ha precisato lo scrittore austriaco Alexander Schiebel, autore del libro Il miracolo di Malles. “Nel mio caso le dichiarazioni pubbliche dell’assessore si basano su calunnie sistematicamente reiterate. Non ho mai detto né tantomeno scritto che i coltivatori di mele in Alto Adige Südtirol fossero degli assassini o l’analoga espressione colpevoli di omicidio premeditato. Ora questo processo sarà il nostro strumento per evidenziare con maggiore efficacia i pericoli legati all’elevato uso dei pesticidi sul territorio provinciale. Lotteremo per il nostro diritto alla libertà di espressione e, se necessario, ci rivolgeremo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”, conclude.
Per saperne di più www.processopesticidi.it