“Prendi metà, lascia metà”: è la regola che viene scrupolosamente rispettata nella raccolta del miele dai favi selvatici da Hatidze Muratova. Per lei – una donna che vive in un piccolo villaggio della Macedonia – le api non sono solo una ragione di vita, ma la vita stessa. Per questo si prende cura delle api e non dimentica mai di lasciar loro metà del miele.
Una storia raccontata da Honeyland – Il Regno delle Api, film vincitore al Sundance Film Festival e candidato agli Oscar 2020 come miglior documentario e miglior film internazionale per la Macedonia del Nord. Il film, le cui riprese sono durate in tutto 3 anni, si basa sulla vita di uno degli ultimi apicoltori selvatici d’Europa che raccoglie il miele utilizzando antichi metodi tramandati di generazione in generazione.
Per lei – che vive a Bekirlija, un villaggio abbandonato senza elettricità, acqua corrente o strade asfaltate – raccogliere il miele e rivenderlo al mercato di Skopje è l’unica unica fonte di reddito. Ma non per questo dimentica quanto il suo destino sia legato a quello delle api, nella consapevolezza che la condivisione con le api è la chiave per la sua sopravvivenza e per quella del piccolo ecosistema che lei tutela. Una sopravvivenza – racconta il film – che rischia di essere messa a rischio dall’avidità degli uomini.
“Per poter comunicare con le api è necessario avere forza personale per avvicinarle, pazienza per imparare a domarle: uno stile di vita che non richiede forza ma saggezza”, dice Tamara Kotevska, regista del film insieme a Ljubo Stefanov.