Nel 2020 il mercato ha premiato il bio, la politica lo ha penalizzato

agricoltura biologica

FederBio e Wwf: la legge sul bio ferma al Senato da due anni, il Green Deal ignorato in campo agricolo

“Il 2020 si è chiuso con un bilancio politico sostanzialmente negativo per l’agricoltura biologica. Sono state molte le occasioni perse per la transizione ecologica della nostra agricoltura, dalla nuova Legge sul biologico, ferma al Senato da oltre due anni, alla mancata approvazione degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2021 finalizzati ad investire nelle filiere del made in Italy bio e nella diffusione dei distretti biologici”. È secca la bocciatura del 2020 da parte di FederBio e Wwf.

Atteso invano nel 2020 – fanno notare i firmatari della nota – anche il nuovo Piano di Azione Nazionale (Pan) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Il vecchio è scaduto nel febbraio 2018. Il nuovo avrebbe dovuto fissare regole più severe per tutelare le coltivazioni biologiche dalla contaminazione accidentale causata dalla deriva dei trattamenti con pesticidi dai terreni confinanti. Anche su questo fronte tutto fermo.

Il mercato invece si muove. E con chiarezza. In direzione opposta a quella dei decisori politici. Il 2020 ha avuto un segno netto: l’aumento delle vendite di prodotti biologici nella grande distribuzione (+19.6%). Con picchi nei discount (+23.7%) e nei piccoli supermercati di quartiere (+26.2%) registrati in piena diffusione del coronavirus (ricerca Nielsen Connect e Assobio).

FederBio e Wwf si dichiarano anche delusi dal documento programmatico del governo sul piano per la Next Generation EU: nessun riferimento alle Strategie UE “Farm to Fork” e Biodiversità 2030, nessun investimento per l’agricoltura biologica. Il documento del governo “promuove invece un’agricoltura intensiva, gestita dalle grandi aziende e dalle corporazioni agricole, penalizzando quella biologica e multifunzionale condotta in prevalenza dalle piccole e medie aziende”.

FederBio e Wwf si attendono nel 2021 un cambio di rotta iniziando dalla correzione del documento programmatico del governo per la Next Generation EU. Ma è tutta la politica nazionale, dal Parlamento al ministero delle Politiche agricole, che deve dare un segnale forte di coerenza con il Green Deal europeo. Gli obiettivi mancati nel 2020 rappresentano le sfide per il nuovo anno che dovrà portare l’approvazione della legge sul biologico, una riforma fiscale che premi le produzioni senza l’uso della chimica di sintesi e penalizzi l’acquisto dei pesticidi, l’approvazione del Pan pesticidi con il recepimento dell’obiettivo della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi e garanzie contro la contaminazione accidentale delle produzioni biologiche.

L’auspicio, sulla spinta del Green Deal europeo, è l’avvio nel 2021 della transizione ecologica dell’agricoltura, con l’obiettivo del 40% della superficie agricola utilizzata nel nostro Paese certificata bio entro il 2030 per dare una risposta coerente alle crescenti richieste dei consumatori.

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