Se il pericolo si nasconde dietro un filo d’erba

biologico

Un recente studio dell’istituto Ramazzini dimostra come anche l’erba di scuole e parchi giochi in Alto Adige sia contaminata da pesticidi

di Maria Pia Terrosi

Non solo coccinelle e formichine:  nell’erba di molti giardini di scuole e parchi si rischia di trovare anche residui di pesticidi.  E’ quello che è emerso da uno studio condotto insieme dall’istituto Ramazzini di Bologna, dal servizio sanitario altoatesino e da Pan Europe che hanno  analizzato 96 campioni di erba prelevati in 24  siti  in Alto  Adige – giardini scolastici e  parchi gioco dove evidentemente non vengono utilizzati fitofarmaci – rilevando comunque la presenza di 32 diversi pesticidi.  

Un dato che ripropone il tema della contaminazione accidentale per deriva  – ricorrente in questo territorio – legata alla presenza di vigneti e frutteti trattati con pesticidi anche a poche decine di metri di distanza da scuole e giardini pubblici. Luoghi frequentati soprattutto da bambini, soggetti più sensibili all’esposizione a queste sostanze. 

La ricerca ha evidenziato come ci sia una presenza di pesticidi lungo tutto il corso dell’anno e non solo nelle stagioni in cui sono concentrati gran parte dei trattamenti sulle coltivazioni. In pratica in ogni periodo quasi tutti  (96%)  i  siti analizzati  sono risultati contaminati almeno da un pesticida, due nel 79% dei siti. 

La  situazione peggiora in primavera e in estate

In un parco gioco a Egna, a 40 metri di distanza da un campo coltivato, sono stati trovati residui di 11 diversi pesticidi. 

Nella stragrande maggioranza dei casi (76%),  i residui  rilevati sui fili d’erba sono sostanze interferenti  endocrine, cioè in grado di alterare la funzionalità del sistema ormonale provocando malattie come obesità e diabete.  In particolare l’esposizione al clorpirifos metile – rinvenuto con le maggiori concentrazioni –  nei bambini è associata a disturbi dello sviluppo neurologico come aumento del rischio di autismo e disturbo da deficit di attenzione. Tra le altre sostanze rinvenute  l’erbicida oxadiazon,  i  fungicidi captano e fluazinam. 

Per provare ad avere un riferimento – anche se è evidente che l’erba dei prati non si mangia – i ricercatori hanno confrontato i valori rinvenuti nei campioni di erba con i Lmr- Limiti massimi di residuo in lattuga, spinaci e fragole. Nel caso del clorpirifos  le concentrazioni riscontrate sono pari a  71 volte il limite per gli alimenti, per il fluazinam fino a 24 volte, per la dodina e  il captano – tutti fungicidi – rispettivamente fino a 23 e 15 volte. 

L’Alto Adige con le coltivazioni intensive di vigneti e meleti  è una delle aree europee  più esposte ai trattamenti fitosanitari. La media di 24 chili per ettaro di fungicidi, 13 di insetticidi e 0,8 di erbicidi è infatti ben più alta rispetto  a quella italiana (rispettivamente 3,55 kg/ha, 0,6 kg/ha e 0,88 kg/ha). 

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