La blockchain entra in campo

blockchain

Nel giro di 5 anni nell’agroalimentare il mercato legato alla blockchain potrebbe aumentare di quasi 7 volte

Uno dei primi prodotti alimentari per cui è stata utilizzata la blockchain è stato il galletto di Auvergne. Già alcuni anni fa, infatti, una nota catena di supermercati francesi aveva introdotto la tecnologia a catene di blocchi – la blockchain, appunto –  per tracciare e certificare alcuni alimenti tra cui pollo, uova, latte, arance, concentrandosi in particolare su quelli su cui i consumatori desideravano avere maggiori informazioni e certezze. 

Se la Blockchain è conosciuta soprattutto come la tecnologia alla base del bitcoin, in realtà è un sistema di certificazione di dati utilizzabile in molti settori, dalla finanza all’alimentare appunto. Si tratta di una tecnologia di tracciamento. Consente ai consumatori di visualizzare informazioni dettagliate e affidabili sui prodotti che acquistano, seguendone l’iter lungo tutta la filiera senza possibilità di alterazioni. In questo registro digitale le informazioni – contenute sotto forma di blocchi concatenati in ordine cronologico – non possono essere modificate. Così si garantisce una totale trasparenza e tracciabilità.

In pratica inquadrando con il cellulare il codice a barre o il QR presente sul packaging di una vaschetta di carne, i consumatori possono sapere dove e come l’animale è stato allevato, in quale azienda, come è stato alimentato e se ha subito trattamenti antibiotici. 

Allo stesso modo acquistando una mela è possibile sapere con precisione: il luogo di coltivazione, se è ogm, se la coltivazione è intensiva o biologica, se le piante sono state trattate con fertilizzanti e pesticidi, in che giorno quel frutto è stato raccolto e spedito alla distribuzione. Informazioni che essendo registrate sulla blockchain sono inalterabili e consentono di ripercorrere tutti i passaggi del prodotto dal campo fino all’arrivo nel punto vendita. 

La blockchain molto attrattiva per il settore agro-alimentare

Proprio per questo la blockchain è potenzialmente molto attrattiva per il settore agro-alimentare. Oltre ad assicurare la totale tracciabilità del prodotto, consente di ottimizzare l’intera filiera degli approvvigionamenti e risolverne le inefficienze, riducendo sprechi alimentari.  Inoltre l’impiego della blockchain può essere vantaggioso per le aziende più piccole. Consente, infatti, di accedere a piattaforme condivise basate sulla blockchain e riduce eventuali quote di prodotti invenduti.

Complessivamente l’agroalimentare è il terzo settore per numero di progetti di Blockchain e sono più di 150 le start up sviluppate. E i numeri crescono rapidamente. Solo un anno fa complessivamente la blockchain nel mercato dell’agroalimentare aveva un valore di 128,87 milioni di dollari. La stima per il 2021 è 189 milioni. Nel 2025, secondo le previsioni, si potrebbe arrivare a più di 886 milioni di dollari.

Altri articoli

federbio

Il presidente di Federbio,  Maria Grazia Mammuccini, rilancia l’annuncio del senatore Vallardi al forum organizzato da Legambiente. Rossella Muroni

Intervista al Consigliere AVeProBi Tiziano Quaini, referente delle marce Stop Pesticidi. di Laura Ravelli Monocolture, cambiare si può. AVePr

Approvata dal Parlamento Ue, la nuova Pac nasce vecchia e delude le associazioni ambientaliste e i Verdi europei Dopo anni di discussione il Parlamen

In audizione nelle commissioni di Camera e Senato, la ministra ha definito la proposta di legge di fondamentale importanza. Anche per combattere la cr