Ridurre l’impiego di fitofarmaci nella coltivazione di nocciole e castagne e favorire la transizione agroecologica nel biodistretto della valle Amerina. Questo l’obiettivo del progetto sostenuto dalla Regione Lazio e dall’Arsial – Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio – che punta a ridurre l’uso di input chimici esterni, migliorare la qualità delle filiere delle castagne e delle nocciole, proteggere la salute degli agricoltori e dei cittadini, tutelare l’ambiente e le sue risorse.
Cinque i Comuni del biodistretto coinvolti : tre Comuni dei Cimini (Vallerano, Vignanello, Canepina) e due (Gallese e Corchiano) della bassa Tuscia. Alla base del progetto la convinzione che per favorire davvero il passaggio all’agricoltura biologica e ridurre l’uso dei pesticidi le amministrazioni comunali devono cambiare ruolo. Non limitarsi a far rispettare le normative anti pesticidi attraverso il controllo sul territorio, ma diventare parte attiva fornendo un supporto costante agli agricoltori.
“Il problema è che in molti casi i Comuni hanno emanato ordinanze rigorose in materia di pesticidi, ma poi non riescono a fare le verifiche”, commenta Famiano Crucianelli, presidente del biodistretto della via Amerina. Questo progetto cambia la prospettiva. “Ad esempio non è l’agricoltore a decidere come, quando e quali trattamenti fare, ma è l’amministrazione comunale a dare queste indicazioni sulla base del lavoro svolto dagli agronomi. Già passare dai trattamenti a calendario a quelli applicati solo quando c’è il patogeno riduce fortemente l’utilizzo di fitofarmaci”, aggiunge Crucianelli.
Il progetto prevede infatti: