Un esercito di insetti antagonisti naturali dei parassiti. Ma anche procedure efficaci come la pacciamatura del terreno, ovvero un tappeto di fieno o erba per proteggere dagli sbalzi termici. O ancora il sovescio: la semina di piante che aiutano la fertilità del terreno e combattono l’erosione del suolo. Per non parlare di concimi organici come il compost o l’utilizzo di siepi e alberi che danno ospitalità ai predatori naturali dei parassiti e servono come barriera fisica a possibili inquinamenti esterni. Sono queste le pratiche del bio.
In agricoltura biologica, per proteggersi da insetti, funghi e parassiti si utilizzano poi cera d’api, oli vegetali, estratti di piante. E anche il rame, un metallo pesante usato anche nell’agricoltura convenzionale (in realtà da secoli i viticoltori e i frutticoltori se ne servono per eliminare infezioni fungine alle piante). Si tratta di una sostanza esistente in natura, che in quantità ottimali è anche un coadiuvante della salute dei terreni oltre che un microelemento presente (in dosi minime) al nostro organismo. Inoltre, per eliminare il rame basta una lavata ai frutti, mentre i pesticidi di sintesi sono in molti casi ‘sistemici’, cioè penetrano nei tessuti interni della pianta.