Se non si riesce a entrare dalla porta, a volte conviene entrare dalla finestra. È quello che sembra stia accadendo in Europa con gli Ogm. La Commissione europea ha autorizzato il commercio di altre 7 varietà di organismi geneticamente modificati: 3 di mais, 2 di soia, 1 di colza e 1 di cotone. Colture che vanno ad aggiungersi alle altre 3 già autorizzate nella Ue (2 di mais e una di colza) per le quali sono state rinnovate le autorizzazioni.
Le autorizzazioni della Commissione europea non riguardano la possibilità di coltivare sui terreni Ue queste varietà Ogm, ma ne consentiranno nei prossimi 10 anni il commercio e l’impiego sia per l’alimentazione umana che per produrre mangimi da destinare agli animali.
“Questi Ogm sono stati sottoposti a una procedura di autorizzazione completa e rigorosa”, si legge nel comunicato della Commissione Ue. “Inclusa una valutazione scientifica favorevole da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Gli Stati membri non hanno raggiunto una maggioranza qualificata né a favore né contro il Comitato permanente e il successivo Comitato di appello (ossia gli organismi di controllo composti dai rappresentanti dei governi nazionali). La Commissione europea ha quindi il dovere legale di procedere alle autorizzazioni in linea con i pareri scientifici ricevuti. Le autorizzazioni sono valide per 10 anni e qualsiasi prodotto ottenuto da questi Ogm sarà soggetto alle rigide regole di etichettatura e tracciabilità dell’Ue”.
La disciplina degli organismi geneticamente modificati, soggetti a controlli molto rigidi nell’Unione europea, prevede una serie di autorizzazioni, controlli e pareri da parte di vari organi.
D’altronde un sondaggio di alcuni mesi fa aveva evidenziato l’86% dei consumatori europei chiedevano che la presenza di Ogm negli alimenti fosse adeguatamente segnalata in etichetta.
Sebbene le autorizzazioni non riguardino la possibilità di coltivare Ogm, stupisce l’incertezza di fondo che si respira in Europa. Se da una parte con il Green Deal e la direttiva Farm to Fork la Commissione europea è apparsa davvero interessata a favorire la transizione a un sistema agroalimentare sostenibile, dall’altra continuano i segnali discordanti. Tra questi – appunto – le nuove autorizzazioni che appaiono integrate in una visione dell’agricoltura volta a tutelare gli interessi dell’agroindustria piuttosto che difendere l’ambiente e i piccoli agricoltori.