Una denuncia, numerose multe e un dato significativo. Il 16% delle aziende agricole che usano pesticidi e che sono state controllate dai carabinieri forestali in provincia di Campobasso è risultato non in regola con le normative per il rispetto dell’ambiente. Evidenziando, quindi, possibili fattori di rischio per gli operatori stessi, per la popolazione residente nelle aree limitrofe nonché per l’ambiente.
È il risultato della campagna di controlli dei carabinieri forestali sul rispetto della normativa vigente in materia di utilizzo professionale e conservazione dei prodotti fitosanitari in agricoltura. Una campagna che fa il paio con quella svolta lo scorso dicembre sugli esercizi di vendita degli agrofarmaci da cui è emerso che il 24% dei negozi non è in regola sia per difformità sulle registrazioni di magazzino sia per il mancato obbligo di informazione alle autorità preposte dei dati di vendita.
Le verifiche hanno riguardato tutto il territorio della provincia di Campobasso per un totale di 67 aziende. Per lo più dedicate a colture di cerali nell’entroterra molisano e alla produzione ortofrutticola nel basso Molise. Nel corso dei controlli i militari hanno riscontrato violazioni in materia di tenuta del registro dei trattamenti. Uno strumento necessario per avere conoscenza dei prodotti, delle quantità e della frequenza delle somministrazioni alle colture. In diversi casi è risultato assente, non aggiornato o non correttamente compilato. In altri casi è stata accertata la mancata manutenzione delle macchine irroratrici, con possibilità di distribuzioni incontrollate e conseguenti ricadute negative sull’ambiente. Le violazioni accertate sono state sanzionate dai militari con multe per importi che vanno dai 500 ai 1.000 euro ciascuna e in un caso anche con una denuncia.
Quella appena conclusa a fine agosto è “una campagna di particolare rilevanza ai fini della protezione dell’ambiente e per la tutela della salute umana”, precisano i carabinieri forestali in una nota. “Solo una modesta parte dei trattamenti fitosanitari raggiunge l’organismo bersaglio. Mentre la maggior parte si disperde nelle matrici ambientali (aria, suolo ed acqua) contaminandole, persistendo in esse per tempi più o meno lunghi ed esponendo, direttamente o indirettamente, agli effetti tossici non solo animali e piante ma anche gli agricoltori come utilizzatori diretti, le popolazioni residenti, soprattutto se appartenenti a gruppi più vulnerabili (anziani, bambini e immunodepressi), e i consumatori finali delle produzioni agricole e zootecniche”.
La campagna di monitoraggio dello scorso dicembre ha evidenziato che una attività su quattro tra quelle che trattano fitofarmaci – dunque pesticidi, diserbanti, fungicidi – non è in regola con il principio della sicurezza nel commercio e nell’utilizzo. “Un risultato che desta preoccupazione”, sostengono i Forestali che invitano a tener conto delle ricadute negative che una non corretta gestione di tali sostanze può determinare sulla salute dell’uomo e sulla salvaguardia della biodiversità.