Vivere in un ambiente sano e privo di sostanze e rifiuti tossici è un diritto di ogni persona. Al termine della sua visita in Italia, queste le parole di Marcos A. Orellana, relatore speciale delle Nazioni Unite, sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento ecocompatibile di sostanze e rifiuti pericolosi.
Il relatore Onu in Italia ha concentrato l’attenzione su tre temi: siti contaminati, gestione dei rifiuti e pesticidi. “Le autorità italiane dovrebbero garantire che le industrie utilizzino tecnologie e metodi di produzione che non danneggiano la salute dei residenti”, ha dichiarato Marcos A. Orellana. “E intensificare gli sforzi per ridurre gli impatti negativi sul godimento dei diritti umani.”
Ancora troppi pesticidi
Un primo tema affrontato riguarda l’aumento dei volumi dei pesticidi utilizzati in alcune zone del Paese. Anche se la vendita di pesticidi complessivamente in Italia risulta diminuita nell’ultimo decennio, alcune aree registrano invece un incremento. Tra queste il Trentino Alto Adige e il Veneto, nelle zone di coltivazione del prosecco dove si registrano consumi elevatissimi.
Esportazione pesticidi pericolosi
Altro tema da risolvere – ammonisce Orellana – riguarda l’esportazione in Paesi extracomunitari di pesticidi non approvati dall’Unione europea in quanto pericolosi per la salute umana e per l’ambiente. “Sono incoraggiato dalla rassicurazione che l’Italia non autorizzerà più tali esportazioni”, ha commentato il relatore Onu. “Chiedo all’Italia di porre fine all’abominevole doppio standard e di esercitare una leadership per garantire un divieto a livello europeo.”
Piano d’azione nazionale
Infine Marcos A. Orellana richiama l’Italia in merito al ritardo nell’adozione del nuovo Piano d’azione nazionale (Pan) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari scaduto nel 2014: “Questo ritardo è incompatibile con la direttiva 2009/128/CE dell’Unione Europea sui pesticidi che richiede che i piani d’azione nazionali siano rivisti almeno ogni cinque anni”.
Una questione fondamentale da definire nel Pan – su cui ha insistito il relatore Onu – è stabilire le dimensioni delle fasce tampone. Sono le aree di rispetto in cui vige il divieto di uso di pesticidi indispensabili per proteggere le persone e le aree vulnerabili (tra cui scuole, parchi giochi e ospedali) dai rischi legati alla dispersione di queste sostanze. Le zone tampone inoltre sono fondamentali per prevenire l’inquinamento delle acque di superficie e sotterranee.