Pesticidi utilizzati per deforestare la foresta amazzonica. L’agenzia ambientale brasiliana, Ibama, ha scoperto che sempre più spesso diserbanti spruzzati da aerei o elicotteri vengono usati per distruggere ampie aree forestali. Prodotti come il glifosato e il 2,4-D (un componente dell’Agente Arancio usato nella guerra del Vietnam) provocano infatti la perdita di foglie degli alberi. Che di conseguenza si indeboliscono e nel giro di pochi mesi muoiono. A questo punto è più semplice rimuovere gli alberi secchi e ricavare aree per i pascoli.
Ma soprattutto in questo modo è più facile aggirare i monitoraggi dell’agenzia ambientale. L’uso di pesticidi infatti non può essere rilevato tramite immagini satellitari in tempo reale, ma solo quando si sono già formate le radure.
Nel 2018 ad esempio durante un controllo satellitare, l’agenzia Ibama ha notato un’area della foresta di Paranatinga completamente disboscata. In pratica 23.000 ettari, come dire circa 40.000 campi da calcio, distrutti. Nel sopralluogo a terra sono stati trovati irroratori per aerei, contenitori con tracce di glifosato e 2,4-D.
Anche se usare pesticidi per deforestare richiede molto più tempo rispetto alle motoseghe, le possibilità di essere scoperti sono molto basse. E nella fase successiva vengono dispersi semi di erba, sempre utilizzando aerei. “Affinché la terra possa essere venduta come fattoria in formazione, il terreno deve essere ricoperto di erba”, spiegano da Ibama.
Inoltre l’irrorazione di pesticidi non distrugge solo gli alberi, ma ha ripercussioni sull’intero ecosistema. Gli animali che vivono nelle aree forestali si cibano infatti delle foglie e frutti degli alberi spruzzati di pesticidi. Senza contare che la dispersione aerea di pesticidi può colpire chiunque vive nelle aree limitrofe.