Pesano ormai quanto un dinosauro e il loro passaggio sul terreno rischia di essere dannoso. Lo afferma un team di ricercatori dell’Università svedese per le Scienze agricole e dell’Istituto federale svizzero di tecnologia che ha analizzato l’evoluzione dei macchinari usati in agricoltura. In pratica nel giro di sessant’anni le loro dimensioni sono esplose: un trattore moderno pesa circa dieci volte tanto quelli utilizzati negli anni Sessanta e certi macchinari, per esempio una mietitrebbia a pieno carico, possono arrivare a pesare tra le 30 e le 40 tonnellate.
Lo studio pubblicato sulle pagine della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) ha evidenziato come l’utilizzo di macchinari agricoli troppo pesanti può risultare dannoso per il terreno mettendo a serio rischio le produzioni, riducendo i raccolti fino al 20%. La terra è viva e pur tollerando il normale “calpestio” non sopporta le pressioni eccessive prodotte da moderni trattori e mietitrebbie.
Le lavorazioni agricole infatti – si legge nello studio – di solito interessano i primi 50 centimetri di suolo e sono finalizzate ad aumentare l’ossigenazione del terreno favorendone la vitalità.
I mezzi agricoli troppo pesanti invece esercitano una pressione tale che si trasmette fino a un metro di profondità. Di conseguenza a essere compattata – e quindi privata della necessaria ossigenazione – è anche la terra che si trova più in profondità, probabilmente anche oltre il metro dalla superficie. Questo significa che gli spazi tra le particelle del suolo occupati da aria, acqua e altri nutrienti rischiano di venire ridotti o addirittura di scomparire. Tutto ciò rende il terreno meno adatto alla vita vegetale: un suolo senza pori è più povero e le piante fanno fatica a espandervi le proprie radici.
L’aumento di peso dei moderni mezzi agricoli potrebbe aver già causato la compattazione cronica del sottosuolo. Le prove provenienti da studi condotti sul campo mostrano che la compattazione del sottosuolo è difficile da invertire e può compromettere il funzionamento del suolo per anni o decenni. Tra le conseguenze: il persistente calo dei raccolti, la ridotta capacità di infiltrazione di acqua e il calo di altri servizi ecosistemici offerti dal terreno.